"Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni che non prendeva un pesce". Questo è l'incipit de "Il vecchio e il mare", romanzo capolavoro di Ernest Hemingway, ambientato nelle acque di Cuba. Il protagonista del racconto Santiago è un anziano signore, scarno, con rughe profonde alla nuca. Dopo diversi tentativi andati a vuoto, riesce a catturare un marlin. I pescecani, però, nel tragitto per tornare al porto cubano da cui è partito (Cabañas), divorano il pesce penzolante dalla sua barca. Santiago, in conseguenza di ciò, torna a casa sconsolato. La lotta tra l'uomo e la fauna ittica si consuma anche nello Stretto di Messina. In questo caso, però, con la pesca al pesce spada, il quale presenta diverse affinità con il marlin: le differenze risiedono nella presenza in quest'ultimo di piccole scaglie e denti, oltre che di una pinna ventrale e di una pinna dorsale molto lunga. Nell'ultima puntata, la trasmissione Scirocco si è occupata di questo argomento. Antonella Donato (comandante della 'padron Marco', feluca che solca lo Stretto di Messina alla ricerca del pesce osseo) ha spiegato ai microfoni di Rtp il funzionamento dell'antica pratica che caratterizza il braccio di mare tra la Calabria e la Sicilia: «Ogni giorno ci viene assegnata una posta diversa (area marina in cui può avvenire la cattura del pesce spada). A maggio e giugno la pesca avviene nella costa calabrese, mentre a luglio e ad agosto le imbarcazioni si spostano in corrispondenza dell'area messinese. Le feluche presenti sono 12 ed è il consiglio degli anziani (formato da 3 persone che si avvicendano di anno in anno) a stabilire e a dirimere le questioni legate a questa pratica». «Non amo definirla caccia al pesce spada, ma pesca. -ha continuato la capitana- Prima di essere un marinaio, sono un'animalista-ambientalista. Le condizioni meteo del'anno scorso hanno consentito una forte produttività nella pesca, mentre l'inizio di questa stagione è stato terribile da questo punto di vista. Speriamo di riprenderci nei prossimi mesi». «Questa pratica si può porre in atto nello Stretto, area adatta per la continuazione di questa tradizione - evidenzia Donato - Qui il pesce spada (abituato a vivere nei fondali) viene attratto dalla luce del sole che penetra l'acqua, venendo condizionato dall'influsso delle correnti e permettendo, così, la risalita in superficie. Le caratteristiche del fondale del nostro braccio di mare lo incentivano in questa operazione. Le vedette della feluca (poste sopra l'antenna e deputate ad avvistare i pesci spada in avvicinamento) avvertono l'arponiere, pronto ad eseguire l'operazione». Dai banchi di scuola ai "banchi di pesce". L'equipaggio della padron Marco vede la presenza anche di Francesco Sofia, un pescatore 18enne pronto a provare l'esperienza su una feluca per questa stagione estiva: «La passione è il motore che mi ha spinto a voler intraprendere questa esperienza. I miei coetanei non capiscono questa mia scelta perché non sono spinti dall'attaccamento alla pesca. La mia è una famiglia di marinai: mio nonno pescava nel lago mentre i miei zii si avventurano in mare aperto. Quando catturiamo un pesce spada, proviamo un'emozione unica». La pesca al pesce spada fu descritta per la prima volta dallo storico greco Polibio nel secondo secolo a.C. Una tradizione che continua ad essere tramandata, emozionando anche i neofiti.