Mistero, legami che vivono oltre la morte e grandi colpi di scena per la terza e ultima stagione de «La porta rossa», su Rai2 con la regia di Gianpaolo Tescari. Ritroviamo il misterioso e affascinante commissario Cagliostro (Lino Guanciale), ucciso in uno scontro a fuoco e costretto a vagare come fantasma nella sua Trieste, per proteggere la moglie Anna Mayer (Gabriella Pession), grazie alla mediazione della giovane Vanessa (Valentina Romani). Nei nuovi episodi un’importante new entry affiancherà nelle indagini il commissario Diego Paoletto (l’attore palermitano Gaetano Bruno): l’ispettrice Simona Barbieri, interpretata dalla messinese Katia Greco, al suo terzo «mystery» dopo i film dei messinesi Massimo Coglitore («The Elevator») e Christian Bisceglia («Cruel Peter»). «È una donna forte e determinata – ci dice l’attrice – che cerca di comprendere come integrarsi nelle dinamiche del suo ambiente di lavoro.In questa stagione il ruolo di Stella Mariani (Elena Radonicich) è meno pregnante e il mio personaggio in qualche modo la sostituisce nelle indagini. L’ispettrice Barbieri sa cosa vuole, non ha paura di confrontarsi col mondo maschile e riesce ad imporsi professionalmente vivendo un rapporto paritario con i colleghi. Nello stesso tempo, veste il nuovo ruolo professionale con delicatezza».
Un personaggio quindi diverso dai precedenti, più legati alla Sicilia…
«Mi è piaciuto interpretarlo anche per questo. Mi ha permesso di confrontarmi con dinamiche completamente differenti lavorando in una città come Trieste che ricorda tanto Messina, con la zona di Barcola simile allo Stretto, ma con la Slovenia davanti al posto della Calabria. È stato molto stimolante entrare a far parte di una squadra consolidata da due anni e col regista Gianpaolo Tescari e i miei colleghi abbiamo creato una grande famiglia».
Ti senti portata per questo genere?
«Mi sento maggiormente stimolata in generale da progetti lontani dalla Sicilia, sia come location che nel personaggio. Mi sento più portata per ruoli di donne in posizione di comando e d’azione. E l’ho capito qui».
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