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Messina, parla l'eroe della salvezza. Ragusa: “Orgoglioso di questa squadra”

L’uomo più atteso, con la fascia al braccio, ha messo la firma sulla vittoria contro la Gelbison. Come in un film...

Uomo copertina, capitano, simbolo di un Messina che fatica ma con ogni mezzo arriva al risultato, alla permanenza in Serie C: ecco Nino Ragusa, match-winner contro la Gelbison, prescelto dal destino per togliere le castagne dal fuoco nel momento più delicato della stagione.
Missione compiuta, quell’obiettivo che a gennaio sembrava un miraggio, conquistato. E con lo zampino dell’acquisto di lusso della campagna di rafforzamento invernale, ultima “ciliegina” dopo gli arrivi già “rivoluzionari” di Fumagalli, Celesia, Baldè, Kragl, Ferrara e Perez, tra gli altri. Fermo dai sei mesi, in campo per sposare la causa Acr: «È una soddisfazione troppo grande - ha commentato il numero 90 biancoscudato -. A livello personale nemmeno lo dico, devo ancora realizzare. Sono troppo contento per il squadra e staff. Quando si parla di sacrifici può sembrare una parola grossa rapportandola al calcio, ma in questi mesi abbiamo affrontato situazione difficili, momenti delicati, non era facile gestirli e rimanere concentrati. Abbiamo fatto un percorso troppo importante per buttarlo alle ortiche nell’ultimo atto».
Una scalata vera e propria, con tanti ostacoli duri, come la Gelbison: «Ci sono stati dei momenti della gara in cui è stata tosta, loro si sono fatti rispettare nelle due sfide. La nostra forza è stata crederci sempre, costruire fino all’ultimo. Prima della gara avevo detto che il gol si poteva fare subito ma anche alla fine, ci voleva pazienza, equilibrio e forza interiore per raggiungere questo risultato. Sono soddisfatto della prestazione, abbiamo approcciato bene alla partita, abbiamo rischiato un poco ma alla fine possiamo goderci la vittoria».
Una scelta, quella presa a gennaio di firmare col Messina, che Ragusa rifarebbe: «Assolutamente sì, quando raccogli soddisfazioni del genere ci sono pochissimi dubbi. Avevo un’adrenalina in campo, un senso di responsabilità veramente enorme. Ho vinto campionati in altre categorie ma le sensazioni che mi ha dato questa salvezza sono più imponenti di qualche promozione».
La corsa verso la Curva Sud, i compagni che dalla panchina gli corrono dietro, compreso il vice allenatore Daniele Cinelli: «Ho avuto 5-6 secondi di buio dopo il gol, vedevo gente arrivarmi addosso ma cercavo di schivarli perché stavo andando forte, avevo anche paura di farmi male. Avevo l’obiettivo di andare a festeggiare coi tifosi, ci hanno dato una grossa spinta. Vedere una curva in quel modo piena è stato bello. Già dal riscaldamento senti i cori, ti incitano, ti danno una carica incredibile, quindi è stata una corsa liberatoria, istintiva, stupenda».
Tra le note liete della stagione, Ragusa esalta infine l’aspetto umano del gruppo: «Prima di essere bravi giocatori, è emerso un cuore che ho trovato in pochi posti. È stato giusto che la stagione finisse così, raccogliendo quanto seminato. Una rincorsa pazzesca, possibile solo se hai gli uomini oltre ai nomi. Perché non vai in campo solo la domenica, ma anche la settimana con tutte le criticità del caso. Ci sono tanti aspetti che non si sanno, ma che danno un valore ancora maggiore a quello che abbiamo fatto».

 

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