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Messina, preoccupanti fragilità: l'ultimo posto alza il livello d’allerta

Il ko di Avellino ha confermato limiti che si spera non siano endemici

La sconfitta di Avellino ha lasciato un’altra dose di amaro in bocca e incertezze ai tifosi del Messina, che dopo quattro partite vedono la propria squadra ultima, in solitaria, in classifica. Vero è che, come ci siamo trovati a sostenere nell’analisi post-gara della prime giornate, i giallorossi avrebbero potuto ottenere di più, forse in alcuni lo avrebbero anche meritato, ma la graduatoria è inequivocabile e occorre iniziare a trovare contromosse per non piombare in una condizione irrimediabile, per non giungere all’ennesima rivoluzione in prospettiva.
Nessun processo, non almeno in questa fase in cui occorre mantenere lucidità per arrivare ai prossimi impegni nella maniera più motivata possibile. Non a questo gruppo che, composto da tanti giovani, rischierebbe di entrate in un vortice mentale difficile poi da gestire, anche per un allenatore esperto come Gaetano Auteri. Bravo a credere e indirizzare un gruppo che continua a provare a giocare a calcio, applicare concetti, ma che purtroppo si è dimostrato ancora una volta, anche al “Partenio-Lombardi”, troppo fragile e smarrito nella gestione degli episodi e forse anche dei momenti della partita.
Non è una questione tattica anche se il 4-3-3 più quadrato e coperto pare mancare di alcune pedine chiave (soprattutto sugli esterni di difesa), pur apparendo la migliore tra le soluzioni attuabili adesso. Non è una questione tecnica perché, anche se fortemente ad intermittenza, l’organico biancoscudato ha dimostrato di avere delle qualità. E non è nemmeno una questione fisica, perché finora non sono emersi cali sul piano atletico.
Probabilmente manca ancora un’anima, non un’identità nella lettura di moduli e situazioni, ma nell’approccio necessario a portare a casa i risultati. E pure quell’esperienza che non è solo nella carta d’identità, ma anche nella leadership dentro e fuori dal campo. Ecco perché, a maggior ragione, in questo momento il gruppo va sostenuto e responsabilizzato in attesa di eventuali rinforzi mirati che potrebbero assolutamente servire.
All’orizzonte c’è un’altra delicata trasferta, forse la più difficile del campionato (assieme a Pescara e Crotone). Quella con il Catanzaro, corazzata reduce da un pareggio stentato in caso della matricola Cerignola. Occorre raccogliere le forze, principalmente psicologhe, per provare a compiere il miracolo di raccogliere punti che muoverebbero la classifica ma soprattutto consegnerebbero autostima in una rosa che ne ha troppo bisogno.
Da valutare Fazzi, non ci sarà invece il giovane Piazza, nemmeno in panchina in Irpinia per un guaio fisico che potrebbe fermarlo per un periodo medio-lungo.

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