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L'ex giallorosso Bucolo: "Messina, fidati di Capuano"

Seppur oggi indossi la maglia del Mantova e affronti il girone più Settentrionale della Serie C, la partita tra Potenza e Messina in programma nel weekend assume inevitabilmente dei connotati particolari per il centrocampista Saro Bucolo. Il catanese classe 1988, infatti, è un doppio ex seppur le esperienze coi rossoblù e coi biancoscudati siano assolutamente diverse. Non la potrà seguire con attenzione, considerato che domenica la squadra nella quale oggi milita scenderà in campo alle 17:30 in casa con il Lecco, a ridosso della fine della sfida del “Viviani” (inizio 14:30). Ma di certo andrà a sbirciare il risultato: «Mi aspetto una partita dura - ha esordito -. Si affrontano due formazioni che devono salvarsi, quindi ci sarà da battagliare. Ma sono convinto che Eziolino Capuano farà la differenza».

Eh già, proprio l'allenatore con cui hai lavorato per un brevissimo periodo a Potenza a inizio 2021. Tu sei arrivato dall'Acireale il 4 gennaio, voluto proprio dal trainer di origini lucane, esonerato esattamente un mese dopo. Per te Capuano può fare bene a Messina?

«Per me è l'uomo giusto, è vero l'ho avuto per poco a Potenza ma mi è dispiaciuto. Speravo di essere allenato da lui per molto più tempo. È un tecnico preparato, che ha voglia e attributi come pochi».

Magari giudicato spesso più per le sfuriate, le esternazioni pubbliche e i siparietti piuttosto che per le qualità di allenatore. Che tu hai conosciuto e anche altri tuoi colleghi apprezzano.

«Quando prendi Capuano, prendi tutto il pacchetto. Al di là delle leggende, è bravo sia come allenatore che come persona, secondo me sul campo ha qualità, sa quello che serve per fare rendere il gruppo».

E allora cosa non ha funzionato a Potenza?

«A gennaio aveva fatto mercato, prendendo dei giocatori funzionali alle sue idee. È andato via e non ha potuto usufruire di rinforzi come me, Mazzeo, Romero o Baclet che si stava riprendendo dall'infortunio».

Eppure siete riusciti a raggiungere l'obiettivo salvezza. Che squadra troverà il Messina?

«Un squadra organizzata. L'anno scorso abbiamo fatto un'impresa. Ripeto, peccato che non c'è stato sino alla fine mister Capuano perché l'organico è stato completato in corso e quindi non ha avuto l'opportunità di giocarsela con la rosa al meglio».

Da Milazzo a Messina nel luglio del 2012. In riva allo Stretto due anni e mezzo importanti, prima del passaggio al Martina Franca. Che ricordi ti porti dentro?

«Messina e il Messina sono nel mio cuore, ci rimarranno sempre. Ho vinto due campionati, la gente mi apprezza, quindi sono anni che mi porto dentro. E saranno incancellabili. Poi li ho ancora tanti amici».

E da qualche mese ne è tornato uno speciale. Il direttore generale Pietro Lo Monaco, che con te ha sempre avuto un rapporto sportivo straordinario.

«La sua storia parla chiaro, sappiamo tutti i risultati che è stato capace di ottenere».

Per te in carriera tanto Sud, tra le altre Catania, Gela, Catanzaro, Leonzio. Ma anche tappe non lunghissime a Reggio Emilia, Celano e Padova. Ora di nuovo lontano da casa, a Mantova...

«Vivo bene l'esperienza qui, sono partito solo in ritardo rispetto alla squadra. Sono stato costretto a saltare il ritiro perché ho avuto il Covid. Mi sto allineando ai compagni per cercare di aiutare la squadra. Mi trova alla grande, Mantova è una bella piazza».

Eppure, magari potrebbe arrivare qualche telefonata dalla Sicilia dopo Natale...

«Questo chiedetelo al direttore, lo sa che ho un debole per lui. Per il resto, di Messina non posso che parlare bene».

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