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Messina, c'è voglia di riscatto. Sullo: "Iniziamo ad avere un’identità"

La Coppa Italia è già un ricordo. Il Messina non trova il tempo per pensare alla prova ad intermittenza offerta l'altro ieri a Foggia. Non c'è la possibilità di analizzare bene quel che poteva essere e non è stato allo “Zaccheria” perché incombe il campionato e una sfida assolutamente da non sbagliare. Una di quelle che vale più dei tre classici punti. La Virtus Francavilla, ospite domenica al “Franco Scoglio”, fa passare in fretta l'eliminazione “tricolore” di una squadra che anche con le seconde linee ha fatto vedere di essere un passo indietro nella condizione rispetto alle altre. Impossibile chiedere di più a un undici che per la prima volta, mercoledì, si è trovato insieme contro un avversario più rodato che per il momento ha altro passo e ben altra intensità. Impossibile e forse anche ingeneroso chiedere la luna a quegli elementi che ancora devono lavorare - e pure tanto - per raggiungere quel grado di malizia che oggi non si vede neanche col binocolo.

Aspetti positivi e altri meno sono emersi a casa Zeman in una settimana in cui Sullo ha saggiamente preservato le energie di chi aveva tirato fin qui la carretta proprio in vista di un campionato la cui prima vittoria dei biancoscudati non può più attendere. La partita da vincere è domenica e dalla vittoria contro la Virtus passa il rilancio di un Messina che da questo primo scorcio di stagione ha raccolto una miseria rispetto a quanto seminato. Gridano vendetta soprattutto i due punti lasciati a Pagani: con quel blitz sarebbe stata più equilibrata la bilancia di un Messina che vanta già un buon credito con la fortuna.

Sullo non si fascia la testa e guarda avanti con la fiducia di chi sa che solo le partite forgeranno il carattere di un gruppo ancora lontano dall'essere al completo - Fazzi in ripresa, Milinkovic da pochi giorni fa differenziato, Russo (tra i migliori dell'avvio di stagione) solo ieri è tornato in gruppo e Vukusic ancora non è nemmeno al 50% -, pur se adesso arrivano gli esami da non fallire.

«Dobbiamo ancora crescere - ha sottolineato il tecnico nel dopo-gara dello “Zaccheria” - perché ancora non siamo squadra. Non basta giocare, bisogna portare dalla propria parte gli episodi. Ancora non riusciamo ad affrontare con forza e carattere le situazioni negative. A dimostrazione di ciò il fatto che siamo usciti dalla partita per un quarto d'ora dopo aver subito l'uno-due avversario. Non va bene».

Mancano malizia e mestiere a questa squadra che non può vivere di rimpianti e speranze. Ed è per questo che adesso bisogna dare qualcosa in più per reagire al momento difficile e iniziare a macinare punti. Sullo può consolarsi con quel poco di buono che ha detto la sfida in terra pugliese: Rondinella ha carattere e sa spingere, è più di una riserva di Morelli; Goncalves non giocava una partita vera da troppo e qualche buona discesa (oltre al palo) dimostra che la pasta c'è; Marginean ha visione e buon tocco là in mezzo; Catania numeri e personalità per ritagliarsi il suo spazio; Vukusic ha solo bisogno di tempo per dimostrare di essere un bomber letale.

«Ma soprattutto - ha aggiunto il 49enne tecnico biancoscudato - iniziamo ad avere un'identità. C'è la voglia di recuperare sempre il pallone e questo è un aspetto positivo».

Tutto il resto da rivedere. Alcune situazioni difensive - vedi il gol del vantaggio di Di Grazia - sono da matita blu, come la prova sotto tono di alcuni giocatori (Carillo paga la stanchezza, Fantoni deve crescere, Konate deve calarsi meglio nella nuova realtà e cambiare passo) contro i satanelli. Ma la Coppa era solo un test di raccordo tra i rimpianti di Monopoli e la prima uscita casalinga.

E basta il pensiero di mettere piede nel proprio stadio per far tornare il sorriso al tecnico: «Finalmente giocheremo a casa, per la prima volta, dopo 5 trasferte. La squadra ha bisogno di sentire il calore dei suoi tifosi». Domenica sarà tutt'altra storia per un Messina che vorrà iniziare ad assaporare il gusto dolce dei tre punti.

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