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Il Messina dei giovani fa ben sperare. In attesa dell'inserimento dei nuovi

Un primo, piccolo obiettivo il Messina lo ha già raggiunto dopo una vittoria in Coppa e due pareggi in campionato: convincere, anche i più strenui oppositori della rivoluzione tecnica estiva, che il progetto di squadra messo in piedi in una ventina di giorni dal ds Christian Argurio può funzionare. Nell'immediato, visto che le prestazioni hanno già fatto capire il valore dell'organico, ma soprattutto in prospettiva, considerando che molti degli atleti in busta paga sono vincolati con contratti pluriennali. E dunque, se i biancoscudati disputeranno un buon campionato come si spera, innalzare il valore patrimoniale del club.

Certo la strada da percorrere è ancora lunga, serve crescere e migliorare, anche attraverso gli sbagli. Lo ha detto chiaramente anche l'allenatore Sasà Sullo. Una mano sicuramente la daranno coloro che devono ancora aggregarsi al gruppo: Vukusic e Marginean sono attesi la prossima settimana, Milinkovic attende i documenti e intanto lavora per recuperare la forma migliore. «Si dovranno integrare ma conta la squadra - ha commentato Sullo nel dopo gara di Vibo -. Prima lo stemma davanti del nome dietro». Priorità al collettivo ma è vero pure che il contribuito dei singoli incide sul rendimento generale. E gli ultimi innesti di mercato sono pedine che potranno servire molto pure in termini di efficacia in zona gol, seppur sino ad oggi il Messina in gare ufficiali non ha mostrato difficoltà sul tema, andando sempre a segno (8 gol in 3 partite).

Un altro aspetto importante è poter contare su alternative esterne. Ciò permetterà, ad esempio, magari di spostare Simonetti in mezzo accanto a Damian, formando una cerniera mediana di assoluto livello per la categoria (senza nulla togliere a Fofana e Konate). In settimana dovranno essere valutate le condizioni del giovane campano Russo, come anche di Matese. Quest'ultimo è subentrato bene nella sfida di sabato scorso ma purtroppo è stato costretto a uscire per un infortunio al ginocchio, la cui entità verrà valutata quando si sgonfierà attraverso esami specifici: «Mi è piaciuto il suo approccio alla gara, ma d'altronde parliamo di un giocatore che lo scorso anno ha collezionato 30 presenze - ha ricordato Sullo -. È molto duttile, farà carriera perché ha fame, tecnica e “comprensione”. È coetaneo di mia figlia, la chiamo “generazione dei non pensanti”, invece lui sta poco al telefono, si allena e gioca. Speriamo non si sia fatto troppo male».

Altro ex Casertano è il difensore Carillo, per il quale Sullo ha voluto spendere qualche altra parola anche in rapporto alla decisione della squadra di concedergli la fascia di capitano: «Ha fatto di tutto per esserci, nonostante i guai fisici, significa dare un segnale agli altri, che lo hanno recepito. Queste sono le cose di cui un tifoso del Messina deve essere orgoglioso. Significative di quello che si sta creando e della voglia di competere con chiunque. Senza parlare, solo lavorando. A fine del campionato tireremo le somme e accetteremo gli applausi o le critiche ma vedere l'esultanza di chi non gioca significa che siamo sulla strada giusta. Eravamo a zero, siamo a uno, dobbiamo arrivare a 100».

Entrato col piglio giusto, come Matese, anche Busatto, sul cui giudizio finale pesa però purtroppo quell'errore davanti a Pelagotti a pochi minuti dalla fine: «Ha fatto benissimo, ci ha dato una grande mano e si è creato un'occasione, solo complimenti - ha concluso Sullo -. Non ragiono in base al risultato, quella è un conseguenza. È stato molto bravo, bisogna lavorare, è giovane e quindi occorre crederci».

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