Una delle ventisette medaglie di bronzo degli azzurri alle Paralimpiadi porta la firma della messinese Carolina Costa. Si conclude sul terzo gradino del podio il sogno a cinque cerchi della forte judoka peloritana. La ventisettenne (compiuti la settimana scorsa proprio a Tokyo) ipovedente, capitana della Nazionale italiana di judo della Fspic, sul tatami del prestigioso Nippon Budokan di Tokyo era partita magnificamente inserita nella poule A della categoria riservata ai +70 kg, riuscendo ad imporsi per ippon (vittoria prima del limite) sull’americana Davis. Dopo aver superato brillantemente l’emozione del primo incontro, probabilmente la troppa fretta – così come ci ha poi confermato – nel chiudere il match di semifinale contro la kazaka Baibutina le ha fatto commettere un errore fatale su un attacco che l’ha sbilanciata tanto da subire un’immobilizzazione e compromettere una finale largamente alla portata della messinese, che si presentava ai nastri di partenza come prima nella ranking list mondiale. Demoralizzata per l’inopinata sconfitta, Carolina è riuscita comunque a ritrovare forza e determinazione nella finale per il bronzo contro l’ucraina Harnyk. Una finale mai messa in discussione: decisa a spaccare tutto, la messinese è salita sulla materassina concentrata tanto da chiudere subito il match, grazie a un attacco di wazari con proiezione e immobilizzazione a terra che non ha lasciato scampo all’avversaria. «Sono abbastanza emozionata e allo stesso tempo stanca, dopo cinque anni di preparazione e di ottimi risultati devo dire che anche se non è arrivato l’oro per me questo bronzo vale oro» le parole di Carolina Costa dopo la finale per il terzo posto. «Non nascondo che puntavo alla vittoria, era alla mia portata – afferma la judoka messinese – ho lavorato tanto per centrare quel traguardo, ma in semifinale non ero serena, probabilmente per l’assenza a bordo materassina del dt Silvio Tavoletta, ho avuto fretta di chiudere l’incontro e ho regalato la finale alla kazaka. La finale per il bronzo è una vittoria del cuore perché la testa era rimasta alla sconfitta; ho scaricato tutta la tensione, non potevo tornare a Messina senza una medaglia». «Una vittoria – conclude Carolina che rientrerà a Messina mercoledì – che dedico ovviamente a mio padre (il maestro Franco Costa, ndr) che sarebbe stato fiero di me, alla mia famiglia che mi ha sempre incoraggiata e sostenuta e al mio allenatore Vittorio Scimone che è stato sempre al mio fianco. Il mio obiettivo ora è Parigi: abbiamo aggiunto un anno per arrivare a Tokyo ma ne abbiamo tolto uno per Parigi, poi il prossimo anno ci sono i Mondiali. Insomma, un’altra montagna da scalare»