Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Nibali a Messina, Capodanno in bici sul Kalfa

Oltre cinque ore sui pedali per lo "squalo dello Stretto" lungo le strade montane del versante ionico

Vincenzo Nibali, durante l'allenamento su Monte Kalfa

Capodanno a tinte messinesi per Vincenzo Nibali, che ha attraversato lo Stretto per trascorrere in famiglia gli ultimi giorni del 2020 e l’inizio del nuovo anno. Lo Squalo è arrivato a Messina cinque giorni fa direttamente dalla Ciociaria, dove ha passato il Natale a casa Perinelli, dalla famiglia della moglie Rachele; subito dopo, il ritorno a Messina da dove, tappa Catania-Villafranca dell’ultimo Giro  esclusa, mancava esattamente da un anno.

Giorni di riposo in assoluto relax, questi, gli ultimi prima di iniziare la nuova stagione con il primo raduno collegiale con i compagni della Trek Segafredo, anche se lo Squalo non si separa mai dalla sua bici. Approfittando della giornata assolutamente mite, Nibali ieri ha inaugurato il 2021 con un allenamento di media intensità, pedalando fino a scalare il Monte Kalfa, a Roccafiorita, sul versante ionico del Messinese. Una pedalata di oltre cinque ore, con quasi tremila metri di dislivello complessivo, fino ai mille metri sul livello del mare del Santuario della Madonna dell’Aiuto, incantevole meta di numerosi pellegrinaggi, ma anche di appassionati della bici e dello stesso Nibali, che vi si era recato l’ultima volta tre anni fa, quando ancora vestiva la maglia del team Bahrain Merida. Una breve sosta ammirando lo scenario mozzafiato tra i peloritani e la valle dell’Alcantara, e poi il ritorno verso casa, per festeggiare in famiglia il Capodanno.

Sono questi gli ultimi giorni di relax per lo Squalo, che fra una settimana esatta inizierà la preparazione per la prossima stagione: da sabato 9 e fino al 25 gennaio, infatti, lo Squalo sarà in Spagna, al Denia Marriot La Sella, nei pressi di Alicante, per i primi allenamenti invernali. Nel primo ritiro stagionale, inoltre, la Trek Segafredo farà allenare contemporaneamente la squadra maschile e quella femminile, dopo la positiva esperienza siracusana della scorsa stagione.

Saranno i giorni delle prime fatiche, ma anche utili per studiare, assieme a coach Paolo Slongo e al team manager della Trek Segafredo Luca Guercilena, una prima bozza di programma degli obiettivi stagionali; se questo sarà l’anno dei Giochi Olimpici di Tokyo, appuntamento primario per il campione messinese, si dovrà anche studiare il perfetto piano di avvicinamento alla prova olimpica, scegliendo fra Giro d’Italia o Tour de France, le prime corse stagionali e le Classiche di primavera.

"Spero che Vincenzo corra per altri due anni"

«Il ciclismo nella stagione appena archiviata si è difeso alla grande». A parlare è Davide Cassani “regista” dell’Italciclismo, che proprio ieri ha compiuto 60 anni. «Le corse più importanti - dice - sono state disputate e, alla fine, protocolli e bolle hanno tenuto. Siamo riusciti a correre anche con una certa sicurezza, gli organizzatori sono stati complessivamente bravi».

Calendario compresso, grandi Giri posticipati: un 2020 complesso e  non così entusiasmante per i colori azzurri. «Secondo me - dice Cassani - si va da un Ganna che merita un voto altissimo, un bel nove, ad altri che meritano un po’ di meno. La Nazionale, però, ha fatto bene: abbiamo disputato quattro gare e vinte due, la crono mondiale con Ganna e l’Europeo in linea con Nizzolo. Il bilancio è dunque positivo grazie a questi due corridori che sono definitivamente esplosi. Siamo invece mancati nelle corse a tappe».

Tour, Giro e Vuelta non hanno infatti visto azzurri combattere per un posto sul podio. Un dato che pone l’accento sulle difficoltà del ricambio generazionale. «È vero, stiamo faticando un po’ - ammette Cassani - ma ci sono giovani che stanno crescendo. Ciccone, ad esempio, è stato sfortunato perché si è beccato anche il virus. Ma dietro di lui ci sono altri ragazzi che in prospettiva possono fare bene».

L'Italbici sembra però ancora dipendere da un campione come Nibali, apparso ultimamente in fase calante: «Vincenzo - dice - è un animale da gara. Spero sia della partita ancora per un anno o due. La verità è che abbiamo perso una generazione di corridori, in Italia non esiste alcuna corsa a tappa per dillettanti. E poi, non abbiamo una squadra del World Tour: bisognerebbe trovare dei milioni, non è facile».

Problematiche da affrontare anche in vista di un 2021 ricco di appuntamenti da circoletto rosso: «Abbiamo le Olimpiadi di Tokyo, dove punteremo alla crono con Ganna. E poi c'è la pista: le nostre squadre  stanno   ottenendo risultati eccellenti».

Persone:

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia