Punto fermo con Ernesto Gabriele, punto fermo con Pino Rigoli. Francesco Marone è il guardiano della porta dell'Fc Messina, la meno battuta del Girone I nelle prime sei giornate di campionato. Solo due i gol subiti: quello di Pitto del San Luca alla prima giornata (2-1), quello di Sekkoum del Dattilo alla seconda. Poi solo “clean sheet”, rete inviolata con Troina, Santa Maria Cilento, Acr Messina e Rende. Numeri di qualità, che assumono un valore ulteriore se associati a quelli dell'anno scorso: in giallorosso 11 presenze, 5 reti subite e ben 8 sfide senza essere battuto. Classe '99, ancora under, è arrivato in Sicilia nella finestra di mercato invernale della scorsa stagione dopo l'inizio di campionato a Portici, confermandosi tra i migliori estremi difensori della categoria: «L’avvio di stagione può essere considerato sicuramente positivo, la testimonianza è nella media punti. Per me Messina non è una novità, già quando sono arrivato l’anno scorso a dicembre l’accoglienza fu super. Avevo voglia di restare, quando c’è stata l’occasione l’ho colta al volo».
E quest’anno lavori con un preparatore dei portieri del calibro di Emanuele Manitta...
«Con lui mi trovo alla grande, abbiamo un rapporto quasi come padre e figlio, ascolto ogni consiglio e prendo spunto dalla grande esperienza che ha accumulato in carriera, giocando anche in Serie A. Ricordiamo pure situazioni successe a lui in campo, ci confrontiamo molto. Il gol segnato a Castrovillari? Non ne abbiamo ancora parlato, glielo chiederò presto».
È cambiato qualcosa sul tipo di gioco che ti viene chiesto dopo il cambio in panchina?
«È ovvio che ogni allenatore ha il proprio metodo, ma restando mister Manitta il tipo di lavoro non è mutato più di tanto. Lavoriamo tanto con i piedi, provando a far partire l’azione dal basso».
Rispetto alle avversarie, chi pensi possa essere la più temibile per il salto di categoria?
«È un girone molto duro, ci gioco da tre anni e lo so bene, però quest’anno non ci sono corazzate come Palermo o Bari. Pensiamo di essere l’unico avversario vero di noi stessi. Tra le concorrenti vedo Acireale e Acr Messina, ma nel gruppo ci ripetiamo che solo noi possiamo farci male. In testa nostra sappiamo l'obiettivo qual è, lavoriamo ogni giorno per quello».
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