Dopo diversi contatti e colloqui telefonici oggi i dirigenti di Acr Messina e Città di Messina si incontreranno per un faccia a faccia da dentro o fuori. Sì, perché i tempi stringono e non si può più aspettare. Entro la fine di questa settimana si capirà se questo “matrimonio” avrà un lieto fine o se, come già successo lo scorso anno, ognuno proseguirà per la propria strada. È rimasto alla finestra, invece, il Camaro. Il sodalizio neroverde, presieduto da Antonio D'Arrigo, si era seduto in precedenza al tavolo delle trattative con l'Acr, ma dopo approfondite riunioni sulla strada da perseguire non si è riusciti a trovare la quadra, nonostante gli iniziali buoni propositi e la voglia di mettersi in gioco. Adesso, il face to face riguarda le maggiori espressioni del calcio cittadino. Le due squadre che, nel campionato di serie D da poco concluso, sono riuscite a conseguire la salvezza non senza patemi. Ma mentre per il Cdm, da matricola, ci poteva stare, il fallimento tecnico e sportivo riguarda l'Acr, partita, naturalmente, con ben altri propositi alla vigilia. L'obiettivo sarebbe quello di costruire un'unica realtà di serie D, senza dispersione di forze e di energie sia economiche e sia tecniche. Non sarà semplice, tuttavia, trovare un accordo che vada bene ad entrambe le società, ma i due club ci stanno provando. In ballo c'è il futuro del calcio messinese. Bisognerà capire come innestare i rami di queste due realtà. L'articolo completo nell'edizione odierna di Messina della Gazzetta del Sud.