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Messina verso la finale di Coppa Italia, Selvaggio: "Infantino fondamentale per noi"

Pietro Infantino

In queste ore si gioca il futuro dell’Acr Messina, ma c’è anche un presente da onorare, per evitare di chiudere l’ennesima, fallimentare stagione. Sabato 18 maggio il Messina scenderà in campo per la finale di Coppa Italia di serie D, un appuntamento che vale solo per il prestigio, un trofeo che non potrà mai cancellare le ripetute sofferenze della tifoseria giallorossa.

Oggi non si sono registrate novità nella trattativa fra il CdA dell’Acr Messina e Rocco Arena; nel secondo incontro, nella concessionaria della famiglia Sciotto, dopo il faccia a faccia notturno a Palazzo Zanca, la contrattazione è entrata nel vivo, con un’offerta formale da parte di Arena, al vaglio dell’attuale proprietà. Una trattativa non facile, che però potrebbe avere un’accelerata improvvisa, con novità importanti anche nella prossima giornata.

L’interesse a chiudere in tempi rapidi la trattativa, la voglia di provare a rilanciare il calcio a Messina da parte di Rocco Arena potrebbero infatti costituire l’input ad abbattere le distanze fra domanda e offerta. Nel frattempo, il Messina è impegnato anche sul campo, con la preparazione alla finale di Coppa Italia, contro il Matelica. Archiviato il campionato, con la salvezza diretta conquistata soltanto all’ultima giornata, la squadra ha ripreso ieri gli allenamenti, con una doppia seduta di lavoro.

Clima disteso in campo, come conferma Andrea Selvaggio, ventiduenne centrocampista cresciuto nelle giovanili della Roma sotto la guida di tecnici come Montella e De Rossi, arrivato a Messina dopo le esperienze con Viterbese, Racing Roma e Fc Partizani, formazione della massima serie albanese.

«Fortunatamente – ha dichiarato Selvaggio - contro il Rotonda è andata bene, e abbiamo centrato l’obiettivo della salvezza, anche se avremmo preferito archiviare la pratica già almeno la domenica precedente. Ci siamo caricati tutto sulle spalle, e abbiamo preparato la partita come se nulla fosse successo finora, anche se quando sono arrivato a dicembre, i ragazzi mi hanno raccontato i primi mesi della stagione; ma dovevamo vincere quella partita, per il mister, i tifosi, la società e il gruppo, che non meritava quella classifica, e non meritava di dover disputare i play out.. Anche la vicinanza dei tifosi ci ha aiutato; loro ci hanno sempre seguito e ci sono stati vicini, anche nei momenti più difficili».

«Il mister ha avuto un ruolo molto importante per noi giocatori - spiega il calciatore -. Non tutti gli allenatori avrebbero avuto il coraggio di accettare questa sfida, soprattutto di tornare in una piazza da dove era stato esonerato a inizio stagione. Ha trovato uno spogliatoio diverso, un ambiente positivo; noi giocatori ci siamo aperti con lui e lui ha fatto altrettanto con noi. La sua presenza quotidiana è servita anche a riportare in gruppo tranquillità, serenità e la fiducia nei nostri mezzi; in campo, poi, ha proseguito sulla stessa strada che avevamo intrapreso con Biagioni».

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