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Messina, attesa per la semifinale di Coppa: i ricordi degli ex Schillaci e Catalano

Totò Schillaci

Sembravano fatti l'uno per l'altro, Totò Schillaci e Peppe Catalano. Uno era nato per segnare, l'altro il gol lo inventava quando voleva oltre a saper sfornare deliziosi assist per i compagni. Insieme agli altri "bastardi" di Scoglio hanno segnato un'epoca a tinte gialle e rosse. Due "immortali" di quella squadra che fece impazzire una intera città.

Ci sono anche loro a spingere, sulle colonne della Gazzetta, il Messina verso la finale di Coppa Italia di Serie D. Lo fanno attraverso i ricordi di quando lasciarono il segno in giallorosso nelle sfide di Coppa. Totò fu protagonista di uno dei più bei gol visti al "Celeste".

Estate del 1986: finì 3-3 contro una fortissima Atalanta che militava in A e in campo era guidata da un certo Stromberg: «Ero giovane, la velocità non mi mancava - ricorda Schillaci, domenica scorsa in città per un evento promozionale -. Sì, fu uno dei gol più belli. Soprattutto per come lo conclusi: dopo la fuga verso la porta ricordo di aver atteso l’uscita del portiere (l’ex milanista Piotti, ndr) e di averlo superato con un “cucchiaio”. Non male, no?».

Anche Peppe Catalano lasciò il segno in Coppa. Si giocava a livello di Serie C, è vero, ma la prodezza fu il bigliettino da visita di uno dei "10" più forti passati da Messina: «Giocavamo a Barcellona, era il 1984 ed ero appena arrivato dall'Akragas. Trovai una squadra fortissima. Quel giorno l'avversario era la Reggina. Ricordo quello stadio piccolo ma tutto tinto di giallorosso. C’era una passione coinvolgente. Segnai al termine di una bella azione avviata da Schillaci; Caccia mi vide in profondità e mi servì, calciai al volo di destro e sul tiro nulla potette fare Giordano. Fu una grande gioia». Domani sulla Gazzetta del Sud le interviste ai due indimenticati ex giallorossi.

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