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Dal taccuino alle chiavi inglesi: la storia di Simone Prestia, messinese alla Ferrari

Simone Prestia e Sebastian Vettel

Vent'anni dedicati al cavallino rampante che ha fatto sognare milioni di bambini che almeno una volta nella vita hanno desiderato da Nord a Sud di partecipare ad un entusiastico Gran Premio di Formula 1 telecomandando il proprio modello-giocattolo. L'umiltà è il tratto distintivo di Simone Prestia, cresciuto in una famiglia in cui “i ferri del mestiere” erano penna e taccuino, che ha deciso poco più che ventenne di lasciare il suo piccolo paese della riviera jonica, Furci, luogo che ama profondamente, per cercare fortuna al Nord.

«Sono stato assunto alla Ferrari – ha raccontato – nel novembre del 1999. A quei tempi era più semplice. Si entrava senza passare dalle agenzie interinali e venivi formato. E dopo questo passaggio obbligato che durava 18 mesi venivi assunto o mandato via. Oggi sono un modellista della Galleria del Vento e rispetto agli altri miei colleghi faccio un lavoro più artigianale occupandomi dei modelli ridotti delle macchine di Formula 1 che partecipano ai gran premi. E tutta la carrozzeria che si vede sul circuito viene sviluppata da noi».

Simone non è solo un modellista senior che guida la sua squadra di operai verso splendidi risultati, ma un grande papà che torna nella sua terra ogni volta che può. E dopo tanti anni in cui si è realizzato sorride pensando al giorno in cui è partito con la sua 600.

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