Sono le 20.25 quando nella stanza del notaio Nunzio Arrigo vengono apposte le firme sul documento di compravendita del club giallorosso. È all’ora della cena che l’Acr cambia rotta passando nelle mani di Franco Proto e scatenando l’entusiasmo di una cinquantina di tifosi. L’imprenditore di Troina, 63 anni, storico patron di un Atletico Catania che qualche lustro fa sfiorò anche la B e un passato da consigliere nella vecchia Lega di Serie C, è il nuovo amministratore unico del club con quote già intasca e poltrona da presidente. Non amministratore delegato con pieni poteri gestionali, come si era deciso in un primo accordo, ma subito proprietario dell’intera società. Il cambio di programma è avvenuto ieri mattina, quando è iniziata l’operazione che ha smussato tutti gli angoli e avvicinato le parti che hanno vissuto l’intera giornata di ieri a stilare un preliminare che accontentasse gli uni e gli altri. Una trattativa lunga e snervante che ha messo in evidenza due aspetti: la ferma decisione di Proto di concludere già ieri l’affare e la disponibilità degli uscenti a dichiarare chiusa la loro avventura al timone dell’Acr.
Il Messina svolta e la città può finalmente sperare in un futuro migliore. Il volto stanco ma felice di Franco Proto è l’emblema di un cambio di rotta chiesto espressamente da tutta la comunità giallorossa, compatta come non accadeva da anni. Sarà l’imprenditore che nove mesi fa, al fianco di Francesco Barbera, diede vita al primo tentativo di scalata all’Acr, a guidare l’operazione-rilancio di un pallone, quello messinese, bistrattato negli ultimi mesi a tal punto da temere anche la fine peggiore. Destino segnato se Franco Proto e il suo staff non avessero preso a cuore l’operazione e non si fossero arresi neanche nei momenti più difficili di una trattativa vissuta anche su altri tavoli. Con la vecchia proprietà fino a ieri mattina a “flirtare” con i calabresi Gerace e Marcianò, scenario che aveva insospettito più di un tifoso che fin dalla mattina aveva piazzato le tende davanti all’isolato di via La Farina al civico 40. Ma il tempo è sempre galantuomo e il progetto di Franco Proto, nato la scorsa primavera, riveduto e corretto in corso d’opera, si è realizzato quando tutta la città ha iniziato a spingere verso un’unica direzione.
L’apice quando l’imprenditore, prima dell’annuncio ufficiale, è uscito dallo studio del notaio Arrigo confidando ai cronisti «che è fatta». Abbattuti tutti i paletti e sottoscritto un documento che consegna il 100% delle quote a Proto che ha firmato l’accollo di tutti i debiti certificati – ammontare che si aggira sui due milioni e mezzo – e il pagamento del premio di fideiussione (6mila euro) con gestione del club a suo carico già da oggi, compresi i due mesi di stipendio ai tesserati (novembre e dicembre) non versati entro giovedì scorso che costeranno almeno due punti di penalizzazione da scontare nell’attuale stagione.
Dall’altro lato i soci uscenti – l’ormai ex presidente Stracuzzi, il suo braccio destro Oliveri, Gugliotta e Micali –, dopo aver redatto un verbale d’assemblea e azzerato il vecchio Cda, hanno proceduto alla rinuncia a qualsiasi credito con l’Acr promettendo al nuovo proprietario di produrre, in pochi giorni, una situazione analitico-contabile del club aggiornata a febbraio. Un passaggio che ha impedito alle parti di sottoscrivere dinanzi al notaio l’atto definitivo (appuntamento a lunedì 27), limitandosi a siglare un preliminare blindato e vincolante che non solleva dubbi sull’esito di un’operazione già bell’e conclusa.
È, quindi, durata diciotto mesi l’avventura dei soci che l’8 agosto 2015 avevano rilevato la proprietà dell’Acr dalle mani di Pietro Lo Monaco per 173mila euro ereditando un club già con un carico pesante alla voce passività. Debito che nel tempo è aumentato e che rappresenta, oggi, uno dei punti principali del nuovo programma. Negoziazione delle passività e operazione volta spalmare in 5-6 anni l’esito degli insuccessi delle gestioni precedenti cresciuti nel tempo. Il nuovo corso è già iniziato, Messina può finalmente puntare al futuro che merita.
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