Quando stamattina ha alzato lo sguardo e ha osservato le vette delle Alpi dell'Alta Savoia, vedendo tanta nebbia intorno a sé, deve avere pensato all'azzurro del mare che bagna lo Stretto della 'sua' Messina e alle scalate verso il santuario della Madonna nera di Tindari, affrontate con le isole Eolie all'orizzonte. Vincenzo Nibali deve possedere tanta immaginazione, per colorare la sua corsa già rosa. Suggestioni cromatiche e non solo. Forse anche per questo, nel finale, ha avuto il coraggio di ingranare la marcia e seminare il panico fra i concorrenti. Sulle rampe dello Jafferau, il messinese sembrava reduce da una passeggiata di salute, non da una tappa da tregenda: fra pioggia, qualche fiocco di neve e gelo. Tanto gelo. "E' stata una tappa molto difficile: c'era solo la pioggia, tranne nel finale, quando è spuntato il nevischio - racconta la maglia rosa, Vincenzo Nibali -. Io padrone del Giro? La corsa è ancora lunga, oggi ho disputato una buona prova; ha vinto Santambriogio, che è riuscito a tenere le mie ruote. Io ho provato a fare una grande selezione, a guadagnare secondi. Comunque è stata una giornata dura per tutti. Sulla salita siamo partiti forte, con la Sky che voleva fare la corsa su Uran. Io conoscevo il tratto finale, ho fatto una grande progressione e solo Santambrogio mi ha tenuto. Sono contento di avere guadagnato secondi". "Con il freddo e la pioggia mi sono trovato sempre bene - aggiunge Nibali - prima mi sono coperto, ma negli negli ultimi km ho alleggerito il mio abbigliamento, per affrontare meglio la salita: gli altri non erano brillantissimi, me ne sono accorto. Uran ha attaccato, ma ho visto che non era un attacco destinato a fare la differenza. A un certo punto, il ds Martinelli mi ha detto che il tratto più duro era dopo i -2 km e ho attaccato". La felicità ha il volto di Mauro Santambrogio, che nasconde dietro un sorriso la grande fatica. "Non me ne rendo ancora conto: sono partito nel finale con la neve, oggi ho avuto a disposizione squadra magnifica (la Vini Fantini-Selle Italia, ndr) - racconta il vincitore di tappa -. Mi sono trovato davanti con Nibali ai -3 km, Vincenzo ha attaccato e io ho risposto, perché mi sentivo bene. Ho cercato di seguirlo e di dargli qualche cambio, siamo riusciti a chiudere sui fuggitivi, ce la siamo giocata noi due: vittoria a me e abbuono a lui. Bisogna essere in forma, per tenere la ruota di uno come Nibali: ho guadagnato anch'io qualche posizione in classifica, ma il mio obiettivo in questo Giro era di vincere una tappa. Missione compiuta". "Il quarto posto in classifica - conclude - rappresenta un grande obiettivo per me". (ANSA)
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