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Femminicidi, al Minutoli Quasimodo Cuppari l'iniziava promossa dal Lions Club Messina Ionio

Si comincia dai banchi di scuola a imparare il valore del consenso, del rispetto e della libertà dell’altro, fondamenta di una cultura della legalità che condanna la violenza in ogni sua forma: “dire no è un diritto, accettare un no è un dovere, sempre”. Non si ferma l’onda di indignazione dei messinesi scossi dal femminicidio di Sara Campanella; a far sentire la loro voce i giovani dell’Istituto d’istruzione superiore Minutoli Quasimodo Cuppari, che hanno scelto di dedicare alla studentessa universitaria uccisa con cinque coltellate da un collega di corso, l’iniziativa promossa dai club Lions e Leo Messina Ionio. “Non chiamarlo amore, stop agli abusi stop al silenzio” è il tema del service promosso dal distretto Lions 108Yb Sicilia che ha fatto tappa nella scuola diretta da Piero La Tona; l’iniziativa organizzata dall’avvocata Giusy Lo Giudice, referente Lions della Terza circoscrizione per la prevenzione della violenza di genere, ha visto la partecipazione di esperti educatori e psicologi del centro antiviolenza Evaluna.

Una giornata importante che si inserisce all’interno di un percorso di sensibilizzazione che l’Istituto porta avanti da tempo, coinvolgendo attivamente anche le famiglie. “E’ fondamentale sostenere la parabola educativa dei nostri giovani facendo rete con le istituzioni” ha detto La Tona, esortandoli a non rinunciare mai alla propria libertà e ad alimentare l’autostima perché, ha detto, “è da qui che si comincia a elaborare l’accettazione di un rifiuto di fronte a un amore non ricambiato, senza che questo diventi motivo di violenza verbale e fisica”. Dopo i saluti dei presidenti dei club Lions e Leo Messina Ionio Mariangela Giammella e Antonio Amata e delle altre autorità Lionistiche, gli interventi di due soci Leo, Emanuele Russo e Giuseppe Testa, studente di medicina giunto sul posto pochi minuti dopo l’uccisione di Sara, con il loro appello a far rumore contro il silenzio e l’indifferenza: “Qualsiasi voce si leva contro l’ingiustizia è seme di cambiamento e se parte dai giovani diventa ancora più fecondo”, ha detto Testa. E poi la commovente lettera di un gruppo di studentesse del Minutoli, una “chiamata alla consapevolezza, alla responsabilità e alla costruzione di una nuova cultura che non insegni più alle ragazze a stare attente, ma ai ragazzi a rispettarle”.

“Affrontiamo il disagio che a volte accompagna le nostre emozioni, impariamo a distinguere tra l’amore e l’ossessione, l’affetto e la pretesa. Uomini e donne devono crescere insieme in un’educazione sentimentale nuova fondata sul rispetto dell’altro, sulla responsabilità emotiva. Perché quello che è accaduto a Sara avrebbe potuto colpire ognuna di noi”.

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