
A colpire è la pacatezza e la consapevolezza di quanto, il cammino di fede del figlio, abbia segnato e continui a segnare positivamente la sua vita e quella di quanti lo stanno conoscendo anche attraverso le testimonianze condivise.
Antonia Salzano madre del beato Carlo Acutis ha incontrato i devoti messinesi nella basilica di S. Antonio, intervenendo in video collegamento da Milano. Un momento di intima condivisione - dopo la settimana di permanenza in città e in provincia della reliquia del giovane che sarà canonizzato il 27 aprile prossimo a Roma in occasione del Giubileo degli adolescenti - nel corso del quale la donna ha parlato della straordinaria ordinarietà del figlio, “un ragazzo normale come la maggior parte dei suoi coetanei, ma che viveva una profonda amicizia con Gesù”. La sua devozione, racconta la donna, rivolta in particolare all’Eucaristia e alla Madonna, lo portava quotidianamente a partecipare alla messa e a recitare il rosario, che per lui era “la scala più corta per salire in cielo”. Tanti gli episodi raccontati dalla madre, in particolare l’amore di suo figlio per l’Eucaristia: “Carlo andava a Messa tutti i giorni, faceva l’adorazione eucaristica, recitava quotidianamente il rosario. Ideò e organizzò una mostra sui miracoli eucaristici nel mondo, che è ospitata nelle parrocchie che ne fanno richiesta ed è presente anche online. Ha fatto tappa in tutti i cinque continenti: è stata portata in quasi 10mila parrocchie solo negli Stati Uniti d’America, e nel resto del mondo in centinaia di chiese”.
Fondamentale per il giovane era anche la confessione: “Si confessava una volta alla settimana e ogni sera faceva l’esame di coscienza e si dava un voto”. Antonia Salzano ha poi spiegato che la Chiesa dichiara qualcuno santo “quando ha vissuto eroicamente le sette virtù cristiane teologali e cardinali. La virtù è un’attitudine stabile della volontà al bene. Tutti siamo chiamati alla santità e, quindi, non dobbiamo vivere nella mediocrità spirituale. Dio deve essere al primo posto nella vita e ogni cosa, anche la più banale, deve essere fatta per amor Suo. Carlo, ricevendo ogni giorno Gesù che si dona a noi nell’Eucaristia, ha imparato a donarsi agli altri. Aiutava così i poveri e i clochard di Milano e difendeva i ragazzi vittime di bullismo”, ha detto Antonia. Durante l’incontro, ha anche raccontato come suo figlio ha affrontato la sofferenza e la malattia: “Sempre con il sorriso, non si è mai lamentato. Ha offerto le sue sofferenze per il Papa e la Chiesa”; nel 2006, all’età di 15 anni, Carlo venne infatti improvvisamente colpito da una leucemia fulminante, a causa della quale morì il 12 ottobre. Più volte durante la sua testimonianza, Antonia Salzano ha parlato della fede in Dio e ha invitato i presenti a “fidarsi di più del Signore”.
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