Dallo Stretto di Messina alla Barriera di Ross, la sconfinata tavola di ghiaccio nella regione dell’Antartide, più o meno estesa come la Francia.
Dalle correnti mitologiche che s’ingorgano nel corridoio di mare tra Sicilia e Calabria, alla smisurata immaginazione popolata da silenzi bianchi e glaciali, solcati da una natura maestosa che accoglie l’uomo come un gamberetto. Una visione ancestrale che ha tracciato il cammino di Nancy Lucà, la giovane ricercatrice messinese rientrata dalla missione scientifica nella regione antartica, a tremila metri d’altitudine e a 1200 chilometri dalla costa neozelandese.
I semi della sua passione per il mare hanno le radici nello Stretto, custode di Colapesce, raccontato da Ulisse, presidiato da Scilla e Cariddi e agognato dal marinaio ’Ndrja Cambria nella moderna odissea dell’Horcinus Orca di Stefano D’Arrigo: «Fin da piccola sono sempre stata affascinata dalla natura e dai processi che la governano – ricorda Nancy –. Il mare, in particolare, è stato l’elemento che mi ha conquistata. Sicuramente, crescere davanti allo Stretto di Messina, osservando la magia dei processi che lo dominano, ha influito moltissimo. Da ragazzina, praticando il surf da onda, ho scoperto che comprendere la conformazione dei fondali, le correnti e i venti permette di prevedere l’evoluzione delle onde e in quel momento è nata la mia passione per l’oceanografia fisica. Durante gli anni dell’università – aggiunge – ho poi approfondito l’importante ruolo dell’oceano nel sistema climatico globale, scoprendo che la mia passione poteva tradursi in un contributo concreto alla ricerca e alla sostenibilità. È stato allora che ho capito che questa sarebbe stata la mia strada».
Le missioni italiane in Antartide sono condotte nell’ambito del Programma nazionale di ricerche in Antartide, finanziato dal Ministero dell’Università e gestito dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) per il coordinamento scientifico, da Enea per la pianificazione e l’organizzazione logistica delle attività nelle basi antartiche e dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale per la gestione tecnica e scientifica della nave rompighiaccio Laura Bassi.
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