Messina

Venerdì 14 Marzo 2025

Mafia, mutamenti e sottovalutazione: dibattito a più voci all’Università di Messina

Il più grande nemico della lotta alla mafia non è la mafia stessa, ma la sottovalutazione. L'antidoto più efficace diventa, giocoforza, la conoscenza. Così incontri come quello di ieri mattina nell'aula Cannizzaro dell'Università diventano, per dirla con la rettrice Giovanna Spatari, «dibattiti necessari». Un dibattito che prende vita dalle pagine del volume “Le mafie tra continuità e mutamento”, curato dal prof. Luigi Chiara, ordinario dei Storia contemporanea dell'Ateneo messinese, e della ricercatrice Rossella Merlino. Un testo il cui «approccio multidisciplinare» osserva il direttore di Gazzetta del Sud, Nino Rizzo Nervo, ne diventa il principale merito perché, appunto, «per combattere la mafia bisogna conoscerla». Conoscerne i percorsi storici, gli intrecci con la politica, «quel luogo chiamato “area grigia”», spiega Chiara, durante l'incontro moderato da Maria Teresa Collica, i cui confini, oggi, sono meno netti di quanto si pensi. È proprio questo il tema cruciale: la percezione, anzi, «le diverse percezioni», dice ancora il docente, che si hanno della mafia nella società di oggi. E se è vero che si avverte, come sottolineato dallo stesso Rizzo Nervo, un generalizzato «calo di tensione» nella visione del fenomeno mafioso, «è proprio nei momenti in cui meno muscolare appare l’azione delle mafie che dev’essere più attenta non solo la parte dello Stato che si occupa di investigare, ma anche quella che fa informazione e soprattutto ha responsabilità politiche», puntualizza il procuratore della Repubblica di Messina, Antonio D'Amato.

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