Messina, la devozione della città davanti al Bambinello a 313 anni dalla prodigiosa lacrimazione
A distanza di 313 anni dalla prodigiosa lacrimazione del Bambinello, riconosciuta come «vera e miracolosa» dal Tribunale ecclesiastico, nella chiesetta di Gesù e Maria delle Trombe, in via San Giovanni Bosco, è stata celebrata la messa solenne presieduta dal rettore, don Gianni Russo e concelebrata da mons. Angelo Oteri e don Andrea Cardile, con la partecipazione di tanti fedeli uniti in preghiera per testimoniare la propria devozione al piccolo bambinello di cera, di appena 21 cm., custodito in una teca di bronzo dorato e vetro, realizzata dal noto orafo messinese Francesco Juvara, fratello maggiore del famoso Filippo. Ancora oggi è particolarmente sentita la devozione antica al Bambinello miracoloso di padre Domenico Fabris che il 23 febbraio del 1712 lacrimò per la prima volta, suscitando grande commozione nella Messina del Settecento, tanto che il Senato messinese emise voto perpetuo di offrire ogni anno nella chiesa di San Gioacchino Sacra Betlemme, dov’era conservato il Bambino Gesù, un cero votivo di venti libbre nel giorno dell’anniversario della lacrimazione, attraverso una solenne cerimonia interrotta dal terremoto del 1908 che distrusse il tempio religioso ma non il Bambinello miracoloso. «Le lacrime, e il tema del Giubileo ce lo ricorda, sono lacrime di speranza – ha detto il rettore don Gianni Russo –. Piangere è l’espressione di una partecipazione piena e il Signore piange su ciascuno di noi per la nostra immaturità, ma anche perché si commuove trasformando le lacrime in salvezza e redenzione». Nel corso della celebrazione, lo storico Giacomo Sorrenti, promotore del culto al Bambinello ha dato lettura del ricordo del prodigioso evento, estrapolato da una cronaca del ’700. Presenti il Sovrano militare Ordine di Malta, l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e una rappresentanza di confraternite e associazioni ecclesiali cittadine. I canti liturgici sono stati animati dalla Corale “Eugenio Arena”, diretta dal maestro Giulio Arena. A suggellare il momento religioso l’offerta del cero votivo, offerto dal consiglio comunale, rappresentato dalla consigliera Antonella Feminò, cui è seguito l’atto di affidamento della città a Gesù Bambino. Il culto al Bambinello di cera, ripreso nei primi anni ’90 e poi sospeso, è stato ripristinato nel 2011 dal Consiglio comunale, allora presieduto da Pippo Previti, che come ogni anno ha preso parte alla cerimonia, in ossequio al voto perpetuo espresso dal Senato messinese.