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Messina, Salvatore Tartaglia ricercatore della “Sprint generation”

«Dedico il premio a tutta la mia famiglia per avermi sempre sostenuto». Il messinese Salvatore Tartaglia, classe 1999, fa parte del team che si è aggiudicato la “Sprint generation Challenge”, il “confronto e sfida tra cervelli,” che vede il coinvolgimento delle 4 università piemontesi (Università di Torino, Politecnico, Università del Piemonte Orientale e l’Ateneo di Scienze gastronomiche). Lo studio accende i riflettori sul rischio di estinzione della specie di tonno pinna azzurra e pone una serie di proposte per evitare questo danno ecologico. Il premio consiste in un assegno di 40 mila euro, fondi che contribuiranno a dare gamba alla ricerca. L'obiettivo è anche quello di consentire alle comunità, appartenenti a regioni di tutto il Mediterraneo e non solo, di consumare un prodotto fresco e locale anziché seguire il paradosso di acquistare scatolette di tonno proveniente dall'Oceano Atlantico o dall'Oceano Pacifico, trovate sugli scaffali dei supermercati.

Lo start nella città dello Stretto. «Dopo la maturità conseguita al Seguenza – racconta Salvatore –, mi sono laureato in Ingegneria civile e dei Sistemi edilizi. Dopo? La scelta di fare i bagagli e mutare percorso. Attualmente sono all’ultimo anno della magistrale “Architecture for Sustainability” al Politecnico di Torino. Alla fine ho scelto di cambiare sia il percorso di studi sia la città nella quale studiare. Non senza sforzi. Ho integrato un certo numero di corsi universitari di Architettura, studiando all’Università Vanvitelli di Napoli, per fare poi domanda d’ammissione alla magistrale del Politecnico. Una scelta dettata dall'interesse per la progettazione architettonica e la sensibilità per le tematiche della sostenibilità». Un percorso in inglese e multiculturale che gli sta dando parecchie soddisfazioni, tanto che dice ad altri giovani che «non vi è nulla di male se a un certo punto si decide di cambiare rotta con il rischio di laurearsi fuori corso perché l’importante è ascoltare la propria interiorità e assecondare le proprie passioni».

Ma come nasce tutto? «Tutto proviene – risponde Salvatore – dalla mia passione per il mare e per la pesca. Questo argomento è stato trattato con il mio gruppo di colleghi: Alma Eliza Shiamtani, Diego Eduardo Hernandez Santa Maria e Chen Zhenhao presentato sotto forma di progetto nell’ambito dell’atelier “Architecture-Society and Territory B” guidato dai professori Camillo Boano, Michele Cerruti But e Daniela Ciaffi. Il progetto che abbiamo sviluppato si concentra su un ampio studio delle dinamiche internazionali relative alle minacce che mettono a rischio la specie del tonno pinna azzurra e l’intera ecologia marina come la pesca intensiva, l’inquinamento dei mari e degli oceani e l’aumento delle temperature delle acque. L’approccio sistemico del nostro progetto architettonico indaga su scala globale le dinamiche dell’Antropocene e dell’esportazione del bene comune come conseguenza del Capitalismo. Attraverso un’analisi territoriale su diverse scale, con la realizzazione di mappe territoriali del mondo, del Mar Mediterraneo e dello Stretto di Gibilterra, i dati raccolti hanno raffigurato uno scenario poco incoraggiante riguardo al futuro della specie, nonostante alcuni miglioramenti siano stati ottenuti dall’introduzione delle leggi contro la pesca intensiva».

E per la “sprint generation” l'argomento era perfetto: «La medaglia d’oro vinta come “Atleti della Mente” è il premio vinto alla “Sprint Generation Challenge”, una competizione mondiale promossa nell’ambito delle Olimpiadi invernali “Fisu World Winter Games” che quest’anno sono state ospitate a Torino. Per noi è stata un’opportunità per approfondire il progetto, presentato nell’ambito dell’atelier di progettazione focalizzandoci sulla tematica del rapporto tra la sostenibilità, i beni comuni e lo sport, elementi cruciali di questo concorso. Proponendo una soluzione per far fronte alle minacce per il tonno rosso e per l’ecologia marina focalizzando l’attenzione sul ripopolamento delle foreste di alghe. La medaglia d’oro vinta come “atleti della mente” è un traguardo importante ma per noi è un punto di partenza per portare avanti il nostro progetto. In quanto studenti di Architettura per la sostenibilità crediamo fortemente che, attraverso piccoli e grandi gesti, si può cambiare e migliorare il futuro nell’ottica della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Per questo motivo il budget di 40.000 euro relativo alla vincita della medaglia d’oro è per noi un finanziamento per portare avanti la nostra ricerca. Si tratta di un progetto di rilevanza mondiale e siamo consapevoli che sia necessario un budget più ampio. Per questo motivo accogliamo eventuali proposte di collaborazioni».

E i sogni sono grandi: «Mi piacerebbe – sottolinea – realizzare il lavoro su cui io e il mio team stiamo lavorando. Il mio sogno è quello di poter contribuire su scala mondiale a migliorare effettivamente le aspettative di vita del tonno e dell’intera ecologia marina legata a esso facendo parte della catena alimentare e condizionata anch’essa da tutti i problemi ambientali e sociali che caratterizzano la realtà in cui viviamo. Sarebbe bello poter vedere i risultati del progetto e migliorare la sostenibilità ambientale e sociale ridando forza al concetto di “res nullius” e di pesca sostenibile. In ogni caso al momento sono concentrato nel completare i miei studi e fare esperienze professionali internazionali che possano anche aiutare a portare avanti questo progetto».

Tornare? Rientra nei piani: «Mi piacerebbe in futuro – conclude – per ridare alla mia città un contributo importante con i miei progetti e le mie idee. La mia città mi ha dato tanto e ha formato le mie competenze tecniche da ingegnere che mi sostengono sempre nei miei studi e nei miei progetti architettonici e ambientali. Avverto sempre il richiamo della mia terra e del mare e sono orgoglioso di portare avanti i miei ideali e le mie origini sia in Italia che all’estero».

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