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Messina e il grande cuore delle eroine della carità

Affondano nella storia le radici dell’istituto S. Anna che a giugno cesserà le attività. Migliaia di messinesi hanno frequentato la scuola e partecipato a eventi e iniziative

Mancano pochi mesi alla cessazione dell’attività dell’istituto S. Anna che a giugno chiuderà le porte della comunità religiosa delle suore e della scuola. Un’altra istituzione educativa, come le tante, troppe, che hanno lasciato Messina per ragioni diverse, ma legate sostanzialmente alla difficoltà economica della gestione di strutture che lo Stato non sostiene, lasciando a carico delle famiglie l’onere dei costi dell’istruzione, limitandone di fatto la libertà di scelta.

Ma vediamo quanta storia è racchiusa in quella presenza del S. Anna a Messina. La fondazione della congregazione si deve a Rosa Maria Benedetta Gattorno, nata a Genova nel 1831, in una prestigiosa e agiata famiglia di marchesi e armatori. Era terziaria francescana, moglie e madre; rimasta vedova giovanissima e, dopo aver perso pure uno dei tre figli, sentì la vocazione e nel 1866 andò dal Santo Padre Pio IX per sottoporgli l’idea di una congregazione che il Papa sostenne. Fondò le “Figlie di Sant’Anna” e, nel 1870, diventò suora con il nome di Madre Anna Rosa. Donna indomita e operosa, si dedicò agli “ultimi”, a servizio di poveri, infermi, disabili, orfani, giovani a cui provvedeva con l’istruzione e inserimento nel mondo del lavoro. Aprì scuole popolari, asili per i figli delle operaie della manifattura dei tabacchi, case per ex prostitute. In breve tempo le sue suore furono inviate in tutti i cinque continenti.

Alla morte della fondatrice la comunità contava 4000 suore e 368 case. Madre Gattorno venne beatificata da papa Giovanni Paolo II il 9 aprile 2000. A venti anni dalla nascita della congregazione, nel 1866 venne fondata la comunità di Messina con la prima casa in via Peculio Frumentario e in seguito la piccola scuola femminile. Un anno dopo in città scoppiò un’ epidemia di colera e l’arcivescovo mons. Guarino chiese aiuto alla congregazione per l’assistenza ai malati e moribondi e prontamente quattro suore vennero destinate all’ospedale. Grazie al benefattore, cavaliere Francesco Mauramati, nel 1887 venne edificato l’istituto per le fanciulle orfane del colera “ Principe Amedeo” (Conservatorio degli orfani del colera) situato accanto all’antico santuario di Montalto, dove le suore diedero ricovero a 2450 figlie di messinesi morti per epidemia.

Fu fondato un altro istituto sul viale S. Martino al rione Moselle con il nome di “Rosa Gattorno”, per l’istruzione ed educazione delle ragazze. La stessa fondatrice venne a Messina a visitare l’orfanotrofio femminile di padre Annibale M. Di Francia nel quartiere Avignone. Il 22 gennaio 1887 il periodico messinese “La Luce” parla delle suore di Sant’Anna che hanno aperto un Istituto in città, definendole “eroine della carità”. Nel 1894 in Contrada Ritiro, il dottore Lorenzo Mandalari aprì una Casa di cura e, a suo nome, P. Annibale chiese all’arcivescovo l’autorizzazione a costituire un oratorio privato nell’ospedale per i ricoverati e per le suore figlie di Sant’Anna. Mons. Guarino affidò a P. Annibale la direzione spirituale delle suore presso il neurocomio.

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