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S. Stefano di Camastra, “Cimitero Vecchio”: memoria ed oblio

La Soprintendenza lo ha posto sotto tutela e anni addietro restaurato. Poi l’abbandono. Il Comune voleva demolirlo per estrarre la creta. Rubate le antiche maioliche

Una memoria storica lasciata al proprio destino nella totale indifferenza di chi, invece, dovrebbe preservarla e tutelarla. Il “Cimitero Vecchio” di S. Stefano di Camastra è nel più totale abbandono e nessuno sembra incredibilmente  accorgersene. Una sola voce, infatti, da oltre 1.000 chilometri di distanza, chiede interventi immediati, lanciando l’allarme per un problema che, molto presto, si  trasformerà  in una irreversibile emergenza.
Concetto Tamburello,  pittore  stefanese che da oltre mezzo secolo  vive ed opera a Milano, non ha mai  dimenticato  le sue radici. Nel suo paese natìo il gioiello da proteggere e custodire è stato, da sempre, proprio il "Cimitero Vecchio", utilizzato per le comuni sepolture  negli ultimi due decenni del 1800, riconosciuto dalla Soprintendenza ai Beni culturali e Ambientali di Messina  sito da porre sotto tutela.
È  stata la stessa Soprintendenza che, qualche anno dopo, ha provveduto ad un meticoloso restauro degli 89 sarcofagi sotto la sorveglianza del funzionario Antonello Pettignano. Quel restauro è stato effettuato con tutte le perizie e la professionalità degli esperti, ma successivamente non è stata mai effettuata, nel tempo, alcuna forma di manutenzione, per cui il prezioso monumento si va sempre più deteriorando senza che nessuno intervenga nonostante le varie segnalazioni effettuate.
Tamburello, pur vivendo a Milano, ne ha percepito il  degrado nel corso del tempo . Ed è proprio lui che lancia un grido di allarme affinché il monumento non si ritrovi nello stato di quando l'amministrazione comunale, anziché prodigarsi per il salvataggio, lo aveva inserito in un piano di escavazione di creta trovandosi i sarcofagi proprio su un giacimento di argilla.
L'unico interlocutore valido a cui esternare la propria amarezza e la richiesta di intervento restaurativo è stato individuato, già nel giugno 2022, nella   Soprintendenza  ai Beni culturali di Messina, alla quale Tamburello si è rivolto con una lettera assai accorata.  Scrisse, fra l'altro: «Come si può essere così insensibili da permettere lo sfacelo di un'opera d'arte così rara? Come non comprendere anche i benefici economici derivanti da un restauro che doni l'antica bellezza a questo cimitero unico al mondo nel suo genere? Rivolgo a voi, unica speranza rimasta, il mio grido accorato di allarme e disperazione, affinché possiate smuovere i nostri abulici amministratori ad agire per salvaguardare un bene prezioso».
Nessuna risposta però e mai arrivata, così come non è mai arrivata neppure ad  un'altra lettera datata 3 ottobre 2024, dove viene evidenziato che «almeno una ventina di tombe sono in stato rovinoso, le croci divelte, e le preziose mattonelle maiolicate prese come souvenir dai turisti che, non essendoci un cancello chiuso, possono entrare e uscire a piacimento portandosi via tutto quello che riescono».
Il “Cimitero Vecchio”, nell'undicesima  edizione de "I luoghi del cuore"  edita dal FAI, ha raggiunto il quindicesimo posto nella classifica nazionale ed il primo posto con 13.468 voti nella classifica regionale.
A questo punto, dopo le mancate risposte da parte della Soprintendenza  una domanda sorge spontanea: Chi risarcirà  alla collettività i danni irreversibili prodotti dal disinteresse delle istituzioni?

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