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Messina, il pranzo di Natale che accende la speranza nel carcere di Gazzi

La cucina dello chef Paolo Romeo ha trasformato l'evento in un’occasione di riscatto e calore umano per duecento detenuti. La giornata è stata accolta con entusiasmo dalla direttrice del carcere, Angela Sciavicco, e da un’ampia rappresentanza istituzionale

Un profumo di tradizione e solidarietà ha invaso ieri le mura del carcere di Gazzi, dove la cucina dello chef Paolo Romeo ha trasformato il Natale in un’occasione di riscatto e calore umano per duecento detenuti. L’iniziativa, senza precedenti, ha visto la partecipazione di un team di chef di alto profilo e ha unito cucina e impegno sociale in un evento dal forte valore simbolico.

Promossa dall’Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri di Messina, di cui Paolo Romeo è presidente, la giornata è stata accolta con entusiasmo dalla direttrice del carcere, Angela Sciavicco, e da un’ampia rappresentanza istituzionale. Tra i presenti, Lucia Risicato, garante dei diritti dei detenuti, Francesca Arrigo, presidente del Tribunale di Sorveglianza, magistrati, operatori penitenziari e rappresentanti della polizia penitenziaria.

Un messaggio di speranza attraverso la cucina

Lo chef Paolo Romeo, già attivo come docente formatore all’interno del carcere, ha ideato e guidato l’evento, affiancato da nomi  del panorama culinario come Carlotta Andreacchio, Filippo Lembo, Isabella Catalano, Giuseppe Arena, Tino Sturiale, Sinniah Kajenthan, Simone de Tommaso e Cristina Beccalli. Insieme, hanno preparato un pranzo che è andato ben oltre l’aspetto gastronomico.

Questo pranzo rappresenta molto più di un semplice pasto,” ha dichiarato Romeo. “È un messaggio di solidarietà, di speranza e di fiducia nel cambiamento. La cucina può essere un potente strumento per incoraggiare i detenuti a intraprendere un percorso di riscatto sociale, scoprendo nuove opportunità.”

Dignità e inclusione al centro dell’iniziativa

Il pranzo natalizio non ha solo portato un momento di conforto, ma ha anche messo in luce il potere della cucina come mezzo per costruire ponti tra il mondo esterno e la realtà carceraria. I piatti serviti sono stati un omaggio alla tradizione siciliana, ma anche un simbolo di inclusione e speranza. La direttrice del carcere, Angela Sciavicco, ha sottolineato l’importanza di progetti come questo nel promuovere il reinserimento sociale dei detenuti e il rispetto della loro dignità.

“Eventi come questo dimostrano come la solidarietà e l’impegno civile possano diventare strumenti concreti di trasformazione,” ha commentato la Sciavicco, definendo l’iniziativa un successo sotto ogni punto di vista.

Un ponte tra carcere e società

L’evento è stato anche un’occasione per accendere i riflettori sul ruolo delle istituzioni e della società civile nel favorire il reinserimento delle persone detenute. Lucia Risicato, garante dei diritti dei detenuti, ha ribadito come momenti di condivisione e umanità siano fondamentali per abbattere le barriere e creare un dialogo costruttivo.

Con questa iniziativa, l’Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri di Messina ha dato un contributo tangibile a chi vive una condizione di fragilità, portando un messaggio di speranza e futuro tra le mura del carcere.

Una tradizione da coltivare

Il pranzo di Natale al carcere di Gazzi è stato più di un evento: è stato un gesto che ha scaldato cuori e aperto nuove prospettive. Chef Paolo Romeo e i suoi colleghi hanno dimostrato che, anche nelle situazioni più difficili, la cucina può trasformarsi in un veicolo di riscatto e solidarietà. Un esempio che, si spera, possa ispirare altre iniziative simili in tutto il Paese.

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