L’impatto dell’Intelligenza artificiale, che è già evidente sotto molti aspetti, è ancora tutto da verificare e quantificare, soprattutto per quanto riguarda gli effetti sul mondo del lavoro. Ed è di questo che la Uil messinese intende parlare, con l’iniziativa di oggi e con una serie di incontri ed eventi che si terranno nel nuovo anno. Il grande punto di forza, evidenziato da tutti gli esperti in modo pressoché unanime, come sottolinea il segretario Ivan Tripodi, sulla base dei dati forniti dal Centro studi del sindacato, «è il suo alto potenziale di stimolo alla crescita economica attraverso l'aumento della produttività del lavoro. Tuttavia, non è affatto scontato che i futuri aumenti di produttività determinati dall'IA portino a una prosperità condivisa. Senza un'azione politica che ne orienti la traiettoria in una direzione diversa, è probabile che l'Intelligenza artificiale provochi gravi storture del mercato del lavoro e aggravi i modelli di disuguaglianza esistenti». E questo è uno scenario che inquieta.
«L'Intelligenza artificiale – insiste la Uil – ha il potenziale per creare nuovi posti di lavoro, ma non si deve dare per scontato che questi saranno pari al numero di quelli distrutti dall'automazione. Occorre, inoltre, riconoscere che non tutti i lavoratori che occupano posti di lavoro a rischio di dislocazione sono in grado di passare a lavori con un'elevata complementarità con l'Intelligenza artificiale. I dati indicano che i lavoratori privi di un'istruzione terziaria probabilmente avranno difficoltà, così come i lavoratori più anziani, che storicamente hanno dimostrato una minore adattabilità ai progressi tecnologici. È, pertanto, necessario intervenire con urgenza per orientare lo sviluppo e la diffusione dell'IA in modo che integri, anziché sostituire, il lavoro umano e che i benefici derivanti da eventuali aumenti di produttività siano condivisi in modo ampio ed equo nella società».
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