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La lezione di Saro Scalisi: a Ucria un bosco nato dall'amore e dalla dedizione. La straordinaria storia raccontata dai figli

Gli è stata riconosciuta la menzione di “custode della macchia mediterranea” e adesso la sua storia, raccontata sulle nostre pagine nel 2019, resterà impressa nella memoria di molti. Saro Scalisi, ex titolare di un'impresa edile, scomparso nel 2020, ha piantato alberi in una delle colline di Ucria, il monte Pudarà, forte e argilloso, combattendo anche il dissesto idrogeologico. Gettando di fatto luce su un luogo che incanta. E la gioia, come racconta la figlia Maria, era palpabile quando andò alla prima edicola disponibile e con la sua Gazzetta in mano diceva ad amici e passanti. "Lo avete visto il giornale oggi?".

Per lui un passatempo far fiorire verde. Di fatto un miracolo da respirare a pieni polmoni e che crea ammirazione come ha ricordato Paolina, una delle figlie di Saro, che insieme con Maria e Claudio ha ereditato una bella lezione d'Amore. Con la "A" maiuscola volutamente e rispetto verso il creato. «Quanti possono vantare il fatto di aver visto nascere e crescere, letteralmente, un bosco? Ecco, io ho questo onore grazie a Saro, mio padre. Su una collina, a 1000 mt sul livello del mare, circa trentacinque anni fa, seme dopo seme, cura dopo cura, ha dato vita ad un luogo oggi incredibile. Lecci, cerri, roverelle, castagni, e tanti, tanti nuovi alberi nati autonomamente in un luogo che fino a quarant'anni fa era arido, frutto di disboscamento e pascolo oggi è pura magia».

Parole, queste, che hanno commosso Francesco Cancellieri, presidente di AssoCea Messina Aps-Centro di educazione ambientale. «Quando ho sentito Paolina Scalisi – dice con ammirazione Cancellieri – immediatamente ho chiuso gli occhi e in un attimo ho visto percorrendo le bellissime strade dei nostri Monti Nebrodi e Peloritani e i paesaggi che evocava. E allora come non riconoscere le azioni de “L'homme qui plantait des arbres” di Jean Giono nelle azioni di Saro Scalisi. La lezione di questo uomo per noi e le future generazioni è semplice. Tutti nel nostro piccolo possiamo compiere azioni per migliorare il rapporto tra uomo e natura e di conseguenza migliorare la vita delle generazioni future e allo stesso tempo migliorare noi stessi. E con questo spirito, come segretario del Comitato dei promotori della “Carta dei Comuni custodi della macchia mediterranea”, ho proposto, raccogliendo l’unanimità, di assegnare alla memoria di “Saro Scalisi” la menzione speciale di “Custode della macchia mediterranea”». Consegna fissata per domani. Post magia dell'Immacolata.

Un segno anche questo. E la conferma arriva anche da Alice Casella, assessora alla Cultura di Ucria: «Saro Scalisi era l'amico di tutti – dice con emozione –, un uomo che se avevi bisogno era sempre presente. Il suo sguardo era rivolto al futuro senza tuttavia dimenticare i sani e vecchi valori di un tempo. La sua visione futuristica e allo stesso tempo conservativa lo ha portato ad acquistare una collinetta brulla che fa da sfondo ai pascoli verdi di contrada Piano Campo. Proprio lì nel suo amato terreno ha creato un'oasi di pace: ha piantato alberi, costruito una casetta che non infastidisse il paesaggio e ha ripopolato faunisticamente l'intero terreno. In un periodo in cui la priorità era l'uomo sulla natura ha preservato un territorio a scapito delle comodità umane. Il riconoscimento che gli viene conferito come “protettore della macchia mediterranea” non può non essere più appropriato: rende giustizia all'opera esemplare di un uomo che ha capito che la natura è la base della nostra sopravvivenza stessa».

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