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Architetta e sognatrice in viaggio: Roberta, una messinese a Venezia

La tenacia nel coltivare le proprie passioni e oggi una carriera prestigiosa. La dedica al nonno Leopoldo Rodriquez, l’inventore degli aliscafi

«Motivo di orgoglio? Tutte le volte in cui è stato selezionato il progetto di riuso del Padiglione della Biennale del 2018. In particolare, la menzione del Premio internazionale “Dedalo Minosse”». Il presente professionale è legato al suo socio e partner di vita, Giulio Mangano, con il quale, dal 2017, ha avviato a Venezia lo studio “Barman Architect”. Roberta Bartolone, messinese doc, classe 1980, si sta facendo strada nel mondo rimanendo fedele ai suoi sogni. Ma riavvolgiamo il nastro della storia. Dove tutto ha preso vita.

Gli studi

«Ho frequentato – racconta Roberta – le scuole elementari e medie all’Istituto San Giovanni Bosco e poi i banchi del liceo Seguenza. Da bambina avevo una grande passione per il disegno e il mio sogno era di poter frequentare un corso di pittura, che purtroppo, per mancanza di iscritti, non è mai stato attivato». Dopo la maturità la giovane ha lasciato la città per trasferirsi a Venezia dove ha frequentato l’Università Iuav, un Ateneo “speciale” perché dedicato al solo insegnamento di Architettura, Design e Arti visive: «Mio padre avrebbe voluto che facessi il medico – continua – e mi chiese di provare i test di ingresso a Medicina, oltre che ad Architettura. Io lo accontentai ma sbagliai volontariamente per poter seguire quella che sentivo essere la mia strada. Ancora, questa vicenda è motivo di scherzo tra noi. Il percorso accademico allo “Iuav” mi ha aperto moltissime opportunità, come l’esperienza di esporre al museo Correr, al terzo anno di corso, o partecipare e vincere concorsi internazionali e nazionali di architettura in raggruppamento con docenti -architetti di chiara fama». Roberta non ha smesso mai di imparare e, una volta laureata, ha sentito il bisogno di iniziare la pratica da architetta, per poi ritornare studente qualche anno dopo per acquisire il titolo di dottoressa di ricerca con lode e dignità di pubblicazione. E durante il dottorato ha approfittato dell’estesa rete di relazioni internazionali dello “Iuav” e ha trascorso quasi un anno alla “Parsons The New School for Design” di New York. «Per molti anni – precisa – alla pratica professionale ho affiancato quella di ricerca e di didattica.

I primi lavori

Il tuffo nel mondo del lavoro? Ho avuto la fortuna di iniziare a lavorare in una società di architettura costituita da una trentina di giovani professionisti e affiancata da una valida rete di consulenti esterni. Da subito, mi sono state date grandi opportunità e responsabilità nella gestione di progetti complessi di riconversione e valorizzazione di edifici vincolati nel centro storico di Venezia. La maggior parte di quello che so proviene da quel bagaglio di esperienza sul campo, compreso il profondo rispetto verso le professionalità altrui e l’importanza del lavoro di squadra».
La giovane professionista ha girato il mondo raggiungendo Tanzania, Angola, Cile, Brasile, Russia, America, Corea e Cina. «Ho avuto la fortuna – ricorda – di viaggiare come coordinatrice di un programma internazionale di studi promosso dallo “Iuav” e aperto ad una rete di Università italiane. Con due care amiche, per circa un anno, abbiamo avuto l’opportunità di lavorare a Luanda, in Angola, a diversi progetti di edifici pubblici di nuova costruzione. Senza dubbio conoscere realtà distanti dalla nostra, serve ad aprirsi alla diversità e al rispetto verso il prossimo. Viaggiare mi ha fatta sentire vicina a mio nonno, Leopoldo Rodriquez, ingegnere navale, e figura di riferimento della mia vita che per lavoro ha girato il mondo, promuovendo un’eccellenza prodotta a Messina: l’aliscafo».

L'attuale attività

Il presente è l'attività portata avanti con il compagno di vita: «Giulio, originario di Santo Stefano di Camastra, si è laureato anche lui all’Università “Iuav”, dopo aver conseguito una prima laurea in Economia alla Bocconi di Milano. La nostra attività è focalizzata sulla valorizzazione del patrimonio costruito con progetti che variano di scala dall’appartamento privato al museo. Perseguiamo una visione del progetto come opera sartoriale anche se nella pratica non ci occupiamo di sola progettazione ma anche di pianificazione e gestione di progetti complessi in affiancamento a pubbliche amministrazioni». Nel 2020 hanno fondato la “Heritage Asset Management”, una società che, in raggruppamento con una Galleria parigina, si occuperà per i prossimi quattro anni del programma di valorizzazione culturale della Palazzina Masieri, edificio iconico del “Movimento Moderno”, sito in Volta di Canal Grande, progettato dal maestro Carlo Scarpa.
«Nel 2017 abbiamo progettato il nuovo campus temporaneo dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Anche se il progetto è stato parzialmente completato, costruire un edificio di nuova fondazione nel centro storico di Venezia è stato motivo di orgoglio». E il sogno è uno: « Il mio unico sogno – conclude Roberta – è non perdere mai la passione, senza cedere alle tante difficoltà, e riuscire a trasmetterla a mio figlio affinché possa trovare la sua strada essendone appagato. Il consiglio che mi sento di dare ai più giovani di me è quello di essere curiosi, sempre. E di non avere paura di cambiare per migliorare, pur essendo rispettosi verso quello che esiste da prima di noi»

 

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