Franco Trincale proviene dalla nobile tradizione dei cantastorie siciliani, di cui è rimasto uno degli ultimi epigoni. Nel tempo, con le sue graffianti ballate, ha fatto emergere una carica innovativa e un registro allusivo-ironico dai repertori poetico-musicali narrando tematiche connesse alla denuncia delle ingiustizie sociali e dell’operato dei “potenti”.
Un’opera scevra da condizionamenti quella di Trincale, che ha definito “giornalismo cantato”, attraverso il quale ha raccontato la Strage di piazza Fontana, Tangentopoli, gli operai in sciopero di Arese, la guerra in Iraq. Trincale è stato eletto “Trovatore d’Italia” alla Sagra dei cantastorie del ‘67 e del ‘68, organizzate dall’Aica e, nel 2008, ha ricevuto la medaglia d’oro di Benemerenza civica (Ambrogino d’oro) conferitagli dal Comune di Milano.
Nato a Militello in Val di Catania, Trincale nel 1959 si è trasferito a Milano e oggi, 89enne, vive nella Rsa milanese dove è ricoverata la moglie Lina, alla quale rivolge canzoni d’amore. Per lei e per gli ospiti della struttura intona canzoni leggere e nella sua stanza sono custoditi i cimeli di una vita, come quadri, cartelloni e dischi, mentre il resto è custodito in una mostra permanente su Franco Trincale, allestita a Militello.
Il prof. Mauro Geraci, ordinario di Etnologia al Dicam dell’Università di Messina, è il massimo studioso di Trincale e con passione segue da decenni la poetica dei cantastorie di cui è anche attento interprete e continuatore. «La cosa interessante di questa vicenda – ha detto il prof. Geraci – è che un cantastorie, che per quasi cinquant’anni ha cantato in piazza i fatti di ogni giorno denunciando le vicende di Tangentopoli, gli abusi e i morti sul lavoro, adesso trovandosi ad assistere la moglie ammalata nella Rsa Baggio Parco delle Cave di Milano, di cui è direttrice Laura Sartori, non dico che ha trasformato la Rsa in una piazza, ma continua a coltivare il rapporto con la memoria che è proprio dei cantastorie, cambiando repertorio quindi cantando canzoni italiane, napoletane, leggere, nel tentativo di continuare il rapporto con la moglie che purtroppo ha l’Alzheimer, ma allo stesso tempo anche per fare di questa struttura un luogo pubblico in cui le persone sono invitate a riflettere sui fatti della contemporaneità e con molta probabilità a dicembre si organizzerà un concerto proprio qui».
Geraci ha ottenuto il Premio Scanno per le Tradizioni Popolari nel ‘97 e nel 2020 ha curato l’ultima raccolta poetica di Trincale “Pensu, chiudu l’occhi e scrivu. Poesie e disegni” in cui il noto cantastorie siciliano ripercorre la storia della sua vita nella dimensione umana e artistica. «Dal ‘58 – ha sottolineato – è soprattutto Franco Trincale a osservare, da cantastorie ed emigrante, la vita nelle fabbriche di Milano, le lotte sindacali e studentesche, i drammi dei disoccupati, la negazione dei più elementari diritti, le violenze dello Stato, esplicitando le sue denunce in un vastissimo repertorio di storie e ballate, come attraverso veri e propri carteggi intrattenuti con esponenti del mondo politico e istituzionale».
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