Alfredo Catalano, un messinese alla “Albert School”: è il braccio destro del direttore generale per l’Italia
La mente corre subito al capolavoro cinematografico “La meglio gioventù” di Marco Tullio Giordana e a chi sbarra il futuro alle nuove generazioni vestendosi da dinosauro. Ma esistono delle eccezioni che ci ricordano quanto sia importante fare cose da giovani, imparando dall'entusiasmo. Alfredo Catalano, classe 2002, lavora come braccio destro del direttore generale di “Albert School per l’Italia” Floriano Bollettini. “Albert School” è la prima “data&business school” di eccellenza europea, fondata a Parigi nel 2022 ma con sedi anche a Marsiglia e Lione. Dopo una rapida crescita nei primi 2 anni, a settembre 2025 la “Albert School” aprirà a Milano, Ginevra e Madrid, con l’obiettivo di espandersi in ognuno di questi 3 Paesi. Ma riavvolgiamo il nastro della storia. «Sono messinese doc – racconta Alfredo –, e qui in riva allo Stretto ho studiato all'Istituto salesiano Domenico Savio, alla Mazzini poi e infine al Seguenza. E dopo la maturità ho fatto le valigie per Roma». La decisione di lasciare Messina l'ha maturata durante il penultimo anno delle scuole superiori, quando il suo desiderio di studiare in inglese e una forte voglia di cercare nuovi stimoli, lo hanno portato a guardare lontano. «Papà è dentista e mamma professoressa di inglese, ma entrambi – continua – mi hanno sempre lasciato libero di scegliere la mia strada. E non dimentico che dopo mesi di ricerche su internet e un po' di frustrazione dopo, ho scoperto ciò che mi ha subito convinto a partire». Nella “città eterna” il percorso in “Management and Computer Science” alla Luiss “Guido Carli”, scelto per scoprire di più sul mondo della tecnologia ma con una visione di insieme delle dinamiche aziendali. «Dopo 2 anni intensi – ricorda –mi sono trasferito a Parigi per frequentare il terzo anno di triennale alla “Université Paris Dauphine”, nell’ambito di un programma di doppia laurea. Ho così potuto apprendere una terza lingua, e scoprire un nuovo modo di affrontare gli studi universitari. Non è stato tutto rose e fiori. Il cambio di paese non è stato proprio facile, e al primo impatto con la Francia la solitudine e il rimpianto erano all’ordine del giorno». Completata la triennale ha deciso di restare a Parigi ed è stato ammesso al programma di laurea magistrale in management della “École des hautes études commerciales de Paris” , la migliore Università di “business” in Europa secondo il “Financial Times”. Qui ha avuto modo di interfacciarsi con studenti da tutto il mondo, imparando tanto non solo in classe ma avendo uno scambio continuo con altre giovani menti che stavano costruendo il proprio futuro. «Vivendo in campus con altri 800 studenti, – ricorda – ho passato un anno bello e intensissimo, caratterizzato da tanto studio, tantissimi momenti divertenti e un pizzico di stress. Completato il primo anno di magistrale, ho approfittato dell’opportunità offertami dalla “Hec” di effettuare un “Gap Year”, ossia interrompere gli studi magistrali per 12 mesi ed incominciare a lanciarsi nel mondo del lavoro. Iniziata la mia ricerca di un impiego, sono stato contattato da Floriano Bollettini, direttore generale di “Albert School Italia”, per iniziare un percorso avvincente. Con Floriano, lavoriamo al lancio dell’innovativo modello di educazione universitaria proposto dalla stessa “Albert School in Italia”». E il presente è stimolante. Il giovane lavora per l’apertura del nuovo campus a Milano. Come prima istituzione del suo genere a livello globale, la “Albert School” offre un curriculum pionieristico che combina i principi del business e dell'analisi dei dati con programmi di laurea triennali e magistrali. Il suo approccio educativo innovativo è riconosciuto e sostenuto economicamente da 50 dei più illustri imprenditori europei, tra cui Bernard Arnault di “Lvmh”, Xavier Niel di “Iliad”, e Rodolphe Saadé di “Cma Cgm”, assieme a otto fondatori di unicorni. Questo forte sostegno sottolinea l'impegno di “Albert School” per l'eccellenza e il suo posizionamento all'avanguardia dell'innovazione educativa: «Il periodo – insiste il giovane – è di gran fermento. svolgo attività molto diverse, che includono la gestione della creazione del nuovo sito web in inglese, lo sviluppo di partenariati con scuole superiori, università e aziende, e il supporto ad attività di vendita e marketing. Nell’ultimo periodo, alterniamo il lavoro da ufficio a Parigi alla presentazione del progetto in vari saloni dello studente in giro per l’Europa». E nel futuro c'è il desiderio di tornare a casa: «Dopo aver vissuto tanto tempo lontano voler tornare è un forte desiderio. È difficile trovare il giusto equilibrio tra l’ambizione di volere avere una carriera di successo e la voglia di rincasare, ma un ritorno sicuramente non avverrà se non dopo un lungo percorso professionale all’estero. Mi piacerebbe inoltre poter vedere dei giovani messinesi che non si pongano il dubbio se restare o meno solo per raggiungere i propri obiettivi, ma che partano per voglia di scoprire il mondo e aprire la mente. Immagino una Messina in cui nessuno si senta “forzato” a partire per soddisfare le sue ambizioni, e in cui i miei coetanei che già lavorano non siano considerati l’ultima ruota del carro; i giovani hanno tutto il futuro davanti e sono le fondamenta sulla quale si devono costruire i progetti imprenditoriali innovativi siciliani». Il nostro concittadino, il quale sfoderando tre aggettivi si definisce «ambizioso, disordinato e ostinato», ricorda che ha un mucchio di idee ma la chiave per realizzarle e evitare di confondersi per andare in sovraccarico. «Abbiate forza di volontà, non fatevi frenare dai piccoli imprevisti – conclude pensando ai suoi coetanei – ma abbiate sempre una visione di insieme, non tutto è oro quel che luccica. Se conoscete gli aspetti negativi di una decisione, ma siete convinti che sia la scelta giusta, andate avanti a testa bassa e non abbiate paura; se le difficoltà non vi spaventano, avete trovato la vostra vocazione».