Apporre il vincolo storico e architettonico alla cappella funeraria “Sciacca della Scala”. È la richiesta avanzata dal presidio Nebrodi dell’associazione Italia Nostra attraverso una nota di sollecito inviata ieri alla soprintendenza dei Beni culturali di Messina, al servizio Tutela e Acquisizione del dipartimento dei Beni culturali di Palermo e all’assessore regionale dei Beni culturali e dell’Identità siciliana. Già a novembre del 2022 l’associazione culturale aveva acceso i riflettori sul grave stato di degrado in cui tutt’oggi versa la cappella gentilizia situata nella frazione Scala, a pochi chilometri da Tindari, interessata da numerosi cedimenti e invasa dalla vegetazione. In quell’occasione il presidio Nebrodi aveva chiesto agli Enti preposti un sopralluogo urgente, affinché la preziosa testimonianza dell’architettura funeraria dei primi del Novecento venisse sottratta all’oblio. Ma a distanza di due anni da quella richiesta nulla sembra essere cambiato, nonostante la soprintendenza di Messina avesse avviato l’iter procedimentale per l’apposizione del vincolo architettonico. «Nel maggio del 2023, durante un convegno incentrato proprio sul recupero della cappella Sciacca, molte - riferiscono i vertici del sodalizio - erano state le dichiarazioni di solidarietà e di impegno da parte di Enti pubblici e privati. Ma tutte sono cadute nel vuoto». Da qui la reiterazione dell’appello ad intervenire al più presto con l’apposizione del vincolo storico e architettonico, per «scongiurare - si legge nella nota dell’associazione - il crollo definitivo di una preziosa testimonianza culturale che trascinerebbe con sé, nelle macerie, anche la nostra memoria storica».