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A Messina l’effetto Nicholas Green è ancora grande

Si torna a parlare di trapianti e donazione di organi, due facce della stessa medaglia: a farlo sono Reginald e Margareth Green genitori di Nicholas, il bimbo americano divenuto un simbolo nazionale per la promozione della cultura della donazione degli organi. Era il 29 Settembre 1994 quando due banditi scambiarono l’auto dei Green per quella di un gioielliere sulla Salerno Reggio Calabria e la crivellarono di proiettili colpendo mortalmente il piccolo di soli sette anni che dormiva sul sedile posteriore.
Sono trascorsi 30 anni da quel triste giorno e da allora Reginald, oggi quasi 95enne è voluto tornare nella città e nell’ospedale, il Policlinico Gaetano Martino, che accolse il bimbo e dove poi purtroppo morì l’1 ottobre; immediata la decisione dei genitori di autorizzare l’espianto degli organi grazie ai quali sette persone sono rinate alla vita. Un gesto “rivoluzionario” allora che ha contribuito a diffondere la cultura della donazione in Italia.
I coniugi Green sono stati testimonial della terza International Conference “Donarte 2024”, promossa dalle Unità di anestesia e rianimazione e Terapia intensiva del Policlinico con l’Università, il Cefpass e la Donarte Association for organ donation and transplantation, in collaborazione con enti e associazioni.

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