Dietro un libro c’è sempre una storia e in questo caso, è la storia del popolo messinese e della sua lingua. Auspicata da tempo, ecco finalmente la ristampa, edita da Edas, del volume di Saverio Quartarone “’A Parrata Missinisa. Il dialetto siciliano in Messina”, promossa dal figlio dell’autore Nino, che ha voluto così rivalorizzare un testo che rappresenta senza dubbio una pietra miliare degli studi culturali della nostra città e dell’intera Sicilia, un vademecum che apre frontiere di approfondimento linguistico e antropologico. Il libro contiene anche l’inedita appendice che contribuisce a integrare il testo originale. L’obiettivo auspicato dallo stesso autore per la prima edizione del 1998 è quello di trasmettere alle nuove generazioni la conoscenza della “Parrata missinisa” che via via è andata “italianizzandosi”, perdendo «in autenticità, nel colorito e nella sua impareggiabile efficacia espressiva». Ci vengono in mente, sul tema, anche i libri di Cavarra, Salci,Valenti, e le poesie in vernacolo peloritano di poeti quali Antonio Saitta, Maria Costa, Rosa Gazzara, Antonio Cattino, che hanno alimentato un interesse sul nostro dialetto. Interesse che fortunatamente vede di recente un fiorire di diversi progetti legati alla valorizzazione del dialetto siciliano e a pubblicazioni tematiche (come la recente raccolta di detti messinesi di Antonino Sarica), scia in cui inserisce questa ristampa, che risulta davvero preziosa ed efficace, offrendo agli studiosi elementi di «fonetica, morfologia, vocaboli caratteristici, nomi dialettali, frasi e modi di dire», con annessa ricca grammatica e un articolato dizionario. Il libro, autentico manuale linguistico, potrebbe essere una base per le attività didattiche che si vogliono intraprendere nelle scuole per diffondere il siciliano nelle varie diramazioni locali. Mettendo in risalto come il messinese abbia delle peculiarità, dei termini, degli usi, delle cadenze che lo distinguono da altri dialetti isolani. Anche Mario Sarica nella prefazione della nuova edizione osserva come si noti un rinnovato interesse per la «patrimonializzazione della tradizione, con isole linguistiche che si rigenerano», come il messinese, unicum da valorizzare in più modi. Il volume colpisce anche per le sue rare illustrazioni con didascalia in dialetto, come “A funtana d’u Chianu a Mathrici”, “U Sthrittu”, “U Ferribbotti”, “Don Giuanni d’Austhria”, “I du vii” e altro.