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Messina, la "strana coppia" Barbaro - Spampinato stasera in scena al Giardino Corallo fra musica e risate

“Seduto in quel caffè….”: inizia così il brano composto nel 1966 da Lucio Battisti e portato al successo dall’Equipe 84 con Maurizio Vandelli: una ballata melodica simbolo di un’epoca d’oro, non solo per la musica, che si prolunga fino al decennio successivo. Col verbo al plurale, lo hanno scelto Rocco Barbaro e Vincenzo Spampinato come titolo della loro pièce che debutta questa sera alle 21,15 sul palco del Giardino Corallo. “Seduti in quel caffè….” - prodotto da Il Mezzo Network di Giuseppe Surace e Primamusica Produzioni artistiche - mescola, in maniera ardita, le icone pop degli anni 60/70/80, con il cabaret e l’improvvisazione. Due facce di una stessa inimmaginabile medaglia - musica e comicità - che si riattualizzano attraverso un linguaggio nuovo, per raccontare un’epoca storica caratterizzata da rinnovamento artistico, sociologico e culturale. Un copione….con improvvisazioni e colpi di scena “scritto a quattro mani”: chitarra e voce per Spampinato, cantautore siciliano noto per la sua carriera musicale iniziata proprio negli anni ’70, taglienti monologhi, battute fulminanti e versi surreali per il piemontese Rocco Barbaro reggino di adozione, volto noto del teatro e della televisione italiana. Una coppia artisticamente inedita per raccontare usi e costumi degli anni del beat, della protesta, dei figli dei fiori, con un’incursione agli inizi del 21mo secolo: le prime ragazze, l’eskimo, l'intellighenzia di sinistra, la “fantasia al potere”, Siddharta e la Beat-Generation, fino alle immortali note dei Beatles e di Battisti. Si tratta di uno spettacolo ardito “col finale aperto”, avverte Barbaro, con una durata temporale variabile legata alle interazioni che entrambi amano fare col pubblico: “Vogliamo strappare risate ma anche rievocare insieme ai messinesi una musica eterna”. Questa come tutte le comparse del comico dello Zelig, è un’esibizione “senza freni”: è la cifra della sua comicità avverte Barbaro, il che non vuol dire “andar fuori strada o peggio fuori di testa”, ma al contrario “procedere lentamente, per non arrestarsi di colpo”.

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