«Spero che la mia storia possa essere da stimolo: i “feedback” negativi sono normali ma l'importante è non perdersi d'animo perché arriverà un momento in cui tutti gli sforzi inizieranno a essere ripagati». Segni particolari? Caparbio. Michele Picciolo, giovane ingegnere milazzese, classe 1996, uno dei due italiani a svolgere uno speciale dottorato nei laboratori “Onera” del ministero della Difesa francese, inserito all'interno del network “Traces”, sta portando avanti una ricerca volta a migliorare la sicurezza degli aeromobili in presenza di ghiaccio. Ma riavvolgiamo il nastro dall'inizio.
Gli studi
«Dopo aver conseguito la maturità al liceo “Impallomeni” – racconta Michele – e aver festeggiato la maggiore età, mi sono trasferito a Torino per studiare al Politecnico. Sono sempre stato un tipo molto curioso e la scelta di Ingegneria sembrava scontata anche se alla fine la passione per i motori e la calamita per gli aerei mi ha portato a scegliere senza tentennamenti Ingegneria aerospaziale. E arrivato al terzo anno ho optato per il percorso “Easa Part 66” che, rispetto a quello generalista, prevede un approccio più volto alla pratica che alla pura teoria. Oltre che a consentire di ottenere il certificato di manutentore aeronautico». Il giovane ha continuato i suoi studi con la specializzazione in Aerodinamica e durante questo periodo ha fatto parte dell'Unità di fluidodinamica computazionale di un team studentesco che si occupa di realizzare piccole pale eoliche ad asse verticale.
«È stato un periodo proficuo – continua –, ho avuto il piacere di presentare il modello alla Fiera “A&T Automation&Testing 2020” di Torino, a potenziali investitori e preparare la tesi poi, vivendo per 11 mesi al laboratorio di Aeronautica del Politecnico». Dopo la laurea è arrivato il periodo della ricerca attiva del lavoro, sia in Italia che all'estero, e anche delle mancate risposte. «Ho avuto anche dei colloqui prestigiosi – ricorda – per la posizione di specialista in aerodinamica arrivando alle fasi finali con i due team di Formula 1 Mercedes-Amg Petronas e Aston Martin Cognizant F1 ma senza superare l'ultima fase. Nonostante tutto non mi sono perso d'animo. Ho continuato ad aggiornarmi, coltivare le mie passioni, e per spezzare la monotonia dell'invio del curriculum mi rifugiavo nei lavori manuali restaurando assieme a mio papà la sua vespa. Era dura. Bisognava tenere alto l'umore e scacciare il pensiero che ti faceva esclamare ”tutti sforzi al vento”, caldeggiato soprattutto da chi vedendo le tue giornate commentava: “Invece di perdere tempo, perché non vai a lavorare?”».
Il primo lavoro
Intanto il tempo scorreva, l'appoggio della famiglia non è mai mancato e a giugno del 2023 è arrivato il primo contratto di lavoro a Torino per l'azienda aerospaziale “Leonardo”, nell'ambito del programma di manutenzione globale dell'aereo militare tattico C27-J. Anche se una nuova avventura si sarebbe prospettata subito all'orizzonte. «Il lavoro che svolgevo – rimarca deciso – non mi soddisfaceva davvero. Lo ritenevo troppo meccanico e non valorizzava davvero ciò che avevo studiato e tutti gli sforzi fatti sia da me che dalla mia famiglia. Anche il salario non era competitivo. Un neo che si è aggiunto alla distanza da casa difficilmente colmabile con le ferie a disposizione. Poi la chiamata. Quasi all'improvviso: grazie agli sforzi precedenti durante la ricerca di un lavoro, sono stato contattato per questa opportunità di doppio dottorato, ma mai avrei pensato di essere selezionato. Non dopo tutti quei rifiuti».
Il dottorato
La scelta non era semplice: bisognava dare le dimissioni da un posto di lavoro fisso, ma alla fine ha prevalso l'idea che occorre anche prendersi dei rischi. Sopratutto a 26 anni. Destinazione? Tolosa. Con tante aspettative che nono sono rimaste deluse: «Il percorso di dottorato è inserito all'interno del network “Traces”, progetto “Marie Curie” focalizzato sul problema del ghiaccio durante il volo, finanziato dai fondi europei, in cui sono stati selezionati solo 15 dottorandi a livello mondiale. Con 5 beneficiari (Politecnico di Milano, gli Istituti tedeschi di Braunschweig e Darmstadt, “Onera” e “Ècole Polytechnique”), prevede la supervisione di diversi esperti, tra cui 3 professori nella top 2% degli scienziati mondiali secondo l'università di Stanford. Sono presenti diversi partner industriali come “Airbus” e “Dassault Aviation”, oltre che un “advisory board” costituito dai più grandi enti mondiali aerospaziali come le Agenzie governative per la sicurezza del volo, rispettivamente l'europea “Easa” e la statunitense “Faa”, oltre che la “Nasa”. In particolare, il mio dottorato è incentrato sullo studio sperimentale della ruvidità del ghiaccio una volta depositatosi sulle ali, e sarà da svolgere principalmente in galleria del vento. Questo studio servirà a migliorare le simulazione di accrescimento del ghiaccio, grazie allo sviluppo di un modello teorico mai sviluppato finora, che potrebbe migliorare nettamente la qualità delle simulazioni, permettendo di ottenere aerei più sicuri e anche la riduzione di emissioni».
Gli obiettivi
Un sogno ad occhi aperti. Michele starà 2 anni a Tolosa nei laboratori “Onera”, maggiore centro di ricerca francese nel settore aerospaziale e posto sotto la supervisione del ministero della Difesa. «Dopo – conclude il giovane – dovrò spostarmi per 9 mesi in Germania all'Università di Braunschweig e ancora dovrò svolgere 3 mesi di tirocinio presso la “Dassault Aviation” nella sede a Parigi. Durante questo periodo sono previste diverse scuole di formazione nelle 5 principali sedi, durante le quali interverranno esperti sul caso. Al termine di questi 3 anni riceverò due dottorati di ricerca, il primo da parte dell'Università “Isae-Supaero”, uno degli Atenei leader mondiali sulla formazione in Ingegneria aerospaziale e il secondo da parte dell'Università tecnica di Braunschweig». Infine, c’è un altro desiderio: lavorare in Formula1.
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