L’inquinamento danneggia anche la fertilità, sia maschile che femminile. Sempre più studi confermano questa correlazione, indagando gli effetti ambientali sull’attività ovarica e sull’ampiezza della finestra riproduttiva nelle donne ma anche sulla qualità dello sperma maschile e più in generale i legami con l’infertilità, le malformazioni dei feti, con patologie dell’apparato riproduttivo e tumori. “Difendere la fertilità dall’inquinamento, la prevenzione dai gameti all’adulto” è il tema scelto per il congresso siculo-calabro della Società italiana di riproduzione umana (Siru) inaugurato oggi al Royal Palace Hotel dove si concluderà domattina. L’evento, patrocinato dal Comune di Messina con l’Università degli Studi, l’Asp, l’Ordine provinciale dei medici chirurghi e degli odontoiatri, quello regionale dei Biologi e il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi, è stato organizzato dal dott. Antonino Guglielmino (direttore sanitario e clinico del Centro Hera Unità di medicina della riproduzione di Catania, fondatore e past president della Siru); assieme a lui i colleghi Marco Galletta (coordinatore comitato regionale Siru Sicilia), Emanuele Ruvio (coordinatore comitato regionale Siru Calabria) e Stefano Palomba (direttore dell’Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia presso il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria “Bianchi - Melacrino - Morelli”). Un’occasione importante, che vede confrontarsi illustri esperti della comunità scientifica nazionale attorno a una questione di grande attualità, la relazione appunto tra inquinamento ambientale e sistema riproduttivo umano, alterata da in particolare da un gruppo di sostanze chimiche, “interferenti endocrini”, che può modificare il funzionamento degli ormoni con effetti negativi per la salute dell’adulto e del feto. Secondo alcune stime, potrebbero essere responsabili per almeno il 20% dell’incidenza di malattie come l’endometriosi, l’infertilità maschile e il criptorchidismo. L’elenco comprende, oltre a pesticidi, antiparassitari, diossine, additivi e preservanti di prodotti industriali e di consumo, metalli pesanti, polifenoli (alcuni noti come fitoestrogeni) e alcuni farmaci, le micro/nano plastiche. Queste sostanze si diffondono nell’ambiente attraverso l’inquinamento atmosferico e quello delle acque e del suolo, ma si trovano anche nell’urina e negli alimenti: molte sono presenti in oggetti di plastica e metallo di uso quotidiano, oltre che nei cosmetici e nei prodotti per l’igiene personale.
Accesso alla riprduzione assistita e gravi divari territoriali
“Garantire la salute riproduttiva è l’obiettivo della Siru che ha scelto di puntare sui giovani, integrando la scientificità dei contenuti proposti, con una corretta e adeguata comunicazione sociale”, ha detto Guglielmino in apertura del congresso, introdotto dai saluti istituzionali dell’assessora alle politiche sociali del Comune Alessandra Calafiore, di Domenico Baldini, consigliere del Comitato tecnico scientifico della Siru, di Ernesto Esposito in rappresentanza del presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto. Tra gli spunti lanciati, il gravissimo divario tra le regioni italiane nell'accesso alla procreazione medicalmente assistita (in Sicilia ticket del servizio sanitario pubblico pari a oltre 2000 euro, in Lombardia 37 euro), un aspetto sul quale occorre un netto intervento politico volto a garantire coesione territoriale e uguaglianza costituzionale tra le persone di ogni area geografica nell'accesso ad un diritto inviolabile come quello alla salute, e ancor più in un campo specifico di prioritario valore sociale come quello legato alla natalità.
Puntare sui giovani: le scuole al congresso
Giovanni Ruvolo, specialista del Centro di biologia della riproduzione di Palermo, nella sua lettura magistrale ha sviluppato il tema della formazione dei giovani in ambito scolastico: “A fronte della grande emergenza educativa la Siru ha pensato di investire in risorse per i giovani”, partendo da un approccio formativo/informativo con le scuole secondo la metodologia della “peer education”, una forma di apprendimento basata sull’interazione tra studenti allo scopo di favorire la condivisione di conoscenze, esperienze, informazioni e competenze tra pari. La Siru, ha spiegato Ruvolo, ha ideato questo percorso di educazione alla salute che sta prendendo piede in varie parti d’Italia, nel quale viene messa in relazione l’educazione all’affettività con gli aspetti medico scientifici della sessualità. “Il nostro obiettivo è quello di creare formatori diffusi e chi meglio dei giovani per diffondere fra pari concetti valoriali così importanti”. Tra le questioni più sentite, oltre all’impatto ambientale sulla fertilità, alle malattie sessualmente trasmesse e la relazione rispetto ai disturbi alimentari, c’è l’approccio all’uguaglianza di genere, fondamentale nel processo di interrelazione, ha spiegato lo specialista riferendosi all'importanza del corretto approccio all'affettività anche in chiave di contrasto alla violenza di genere. Novità del congresso dunque, l'apprezzatissima e nutrita partecipazione delle studentesse e degli studenti di alcune scuole siciliane e calabresi alla sessione introdotta da Antonio Mangiacasale e moderata dalla vicecaposervizio di Gazzetta del Sud Natalia La Rosa, responsabile della GDS Academy di Società Editrice Sud Gazzetta del Sud Giornale di Sicilia, in sinergia con la quale le scuole sono state coinvolte con la piena adesione dei dirigenti per approfondire, nelle settimane precedenti in congresso, alcune questioni al centro del dibattito medico scientifico con esperti messi a disposizione dalla Siru, relazionando poi ai lavori congressuali con elaborati che hanno riscosso un grande apprezzamento. Dalle loro voci, in particolare, il bisogno di potere essere informati anche su tematiche delicate - ma spesso non adeguatamente trattate - e soprattutto di essere "ascoltati e non giudicati". Il Liceo classico “Michele Morelli” di Vibo Valentia diretto da Raffaele Suppa ha riflettuto su “Malattie sessualmente trasmesse e fertilità” e “Stili di vita e impatto ambientale e come tutelare la nostra fertilità”, con la guida dei ginecologi Ermanno Walter Venti e Francesca Parissone e il coordinamento della prof.ssa Rosa Ortelio. “Sessualità e stili di vita” è il tema che il liceo classico Maurolico di Messina, guidato dalla preside Giovanna De Francesco ha approfondito con lo psicologo Stefano Bernardi e il coordinamento del prof. Antonino Ponzio. L'istituto d’istruzione superiore di Cariati, in provincia di Cosenza, diretto da Sara Giulia Aiello ha scelto di riflettere, assieme al biologo Giovanni Ruvolo, su “Inquinamento e alterazioni dei processi biologici della riproduzione”, con il coordinamento del prof. Pietro Chiodi. “Impatto ambientale e fertilità maschile, contaminanti emergenti” è stato il tema approfondito dal Liceo del Collegio S. Ignazio di Messina, diretto dalla preside Maria Muscherà, con l’uroandrologo Luigi Montano, past president Siru, e con il coordinamento del prof. Giuseppe Formica. La delegazione è stata accompagnata dalla prof.ssa Francesca Trimarchi.
La Pma e la corretta attuazione dei Lea
Tra le questioni affrontate nel congresso, l’accessibilità e presa in carico della coppia infertile attraverso l’inserimento dei percorsi di Procreazione medicalmente assistita nei Livelli essenziali di assistenza: “una condizione necessaria - ha spiegato Guglielmino ricordando che dal 2016, quando le terapie assistite sono entrate nel nomenclatore, lo Stato ha assegnato alle regioni 3 miliardi e mezzo di euro per attivare all’interno dei Lea nuove procedure come la Pma - per permettere alle coppie che scelgono di costituire una famiglia di trovare nel sistema sanitario pubblico o privato convenzionato una risposta adeguata, sicura e appropriata che superi le differenze geografiche e di censo”. I lavori proseguiranno con un focus sulla Procreazione medicalmente assistita, gli aspetti genetici ed epigenetici, immunologici e la donazione dei gameti e l'elezione dei nuovi organismi regionali.