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Messina, boom di nuovi donatori di sangue al Bisazza

Gli studenti del liceo hanno sposato la campagna promossa dalla Regione. Il 30 per cento di adesioni tra i diciottenni della scuola. Il plauso dell’assessorato

“Buon sangue non mente”. Una frase che è molto più di un proverbio, grazie alla campagna di sensibilizzazione promossa da assessorato regionale alla Salute, azienda ospedaliera Papardo, l’Associazione italiana donatori organi (Aido), 118 e Croce Rossa Italiana. Un gesto d’amore e di solidarietà, che gli studenti del liceo Bisazza hanno fatto proprio, sposando in pieno la causa della campagna, che punta da una parte sulla donazione del sangue e dall’altra sul contrasto alle dipendenze da alcol e sostanze stupefacenti.
Il Centro Regionale Sangue ha infatti organizzato nell’istituto diretto dalla prof.ssa Giovanna Messina ben due incontri formativi relativi alla grave carenza di sangue, rilevando che questa situazione interessa da tempo l’area metropolitana di Messina, dove si concentra l’alta specialità sanitaria, e che quindi richiede il maggior fabbisogno giornaliero trasfusionale, che si aggrava soprattutto in estate.
Nella prima conferenza, che si è tenuta a gennaio, gli interventi dei relatori d’eccellenza, insieme alle testimonianze di un paziente trapiantato e di una madre che ha autorizzato l’espianto degli organi del figlio, con i quali gli studenti si sono confrontati, hanno prodotto un un eccezionale risultato educativo, con punte del 30% di nuovi donatori di sangue tra gli studenti diciottenni del Bisazza. Un dato considerato straordinario dagli stessi organizzatori, se si pensa che la media mondiale si attesta intorno al 3%. Da qui l’apprezzamento e la grande gratitudine espressi alla preside, ai docenti ed agli alunni dal dirigente del dipartimento Attività sanitarie e osservatorio epidemiologico (Asoe) dell’assessorato alla Salute, Giacomo Scalzo, che ha quindi promosso al liceo di viale Annunziata un altro incontro, che si è svolto ad aprile.
In questa seconda è stato presentato un contributo dal quale scaturisce una riflessione sull’arte, in particolare di Antonello e di Michelangelo, per sensibilizzare ed educare le nuove generazioni alla bellezza, all’emozione e alla percezione. «Nell’educare gli occhi, la mente e il cuore all’arte – ha sottolineato il dirigente regionale Scalzo – si educa l’uomo a riconoscerne anche la bontà, che si traduce nella percezione della consapevolezza di sé come bene personale e collettivo. Pertanto, si orientano anche in tal modo le nuove generazioni alla cultura del dono del sangue umano».

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