Una voce possente e tanti sogni coltivati con tenacia e impegno. Carolina Soraci è la voce dei “Long Island”. Un nome suggestivo, come il cocktail, che ricorda la composizione del gruppo formato da quattro bianchi e una coca cola. E di fatto canta indirettamente libertà, autodeterminazione e uguaglianza.
L'infanzia
« Ho 22 anni – racconta Carolina – e vivo in Italia da dodici anni. Sono nata in Brasile e adottata con tutte le mie sorelle: Caterina e Camilla. Io avevo 9 anni, la media 7 e la più piccola solo 3. E loro, a differenza mia, masticano benissimo anche il dialetto siciliano, aiutate anche dal fattore età. I miei genitori biologici ci hanno avuto quando erano molto giovani e il clima che si respirava a casa non era sereno. Papà entrava e usciva dal carcere molto spesso. Mamma era praticamente assente e io mi occupavo delle mie sorelle e non nascondo che si respirava violenza...». Gli occhi di Carolina si sono confrontati presto con la povertà e spesso recuperava cibo dalla mensa. Poi il salto in due Case famiglia. A sei anni. La prima ottima . La seconda ha lasciato cicatrici che sono state sanate dall'arrivo di Giovanna e Francesco, due angeli custodi messinesi che non si sono creati alcun problema.
L'adozione
«Nel 2011 – continua – uscì una legge provvidenziale che prevedeva la non separazione di fratelli e sorelle, ma già allora, Ciccio, un uomo umile e dal cuore d'oro, colui che sarebbe diventato il mio papà, voleva adottarci tutte insieme. La cosa curiosa? La nostra mamma adottiva diceva che le nostre date di nascita coincidevano con una data importante per loro. Il 2001, la prima domanda di adozione, 2003 la seconda domanda, e 2007, anno dei primi colloqui. Coincidenze che ti fanno pensare al destino e mi fanno venire i brividi quando ci penso. Dopo un iter burocratico e un periodo di conoscenza siamo approdate verso un nuovo inizio che ricordo come se fosse ieri. All'aeroporto si respirava già un' aria festosa, i parenti sono arrivati con macchine diverse e tanti giocattoli, mentre i vicini avevano preparato i coriandoli».
La passione per la musica
Nella città dello Stretto Carolina ha scoperto cosa significa avere una casa, una famiglia presente che ama e i tanti sacrifici che si fanno per adottare. «Alla fine siamo rinate. Papà è scomparso da poco lasciando un vuoto immenso e un dolore che esterno poco. Lui era il mio confidente. E manca terribilmente. Da lui ho ereditato la grande passione per la musica. E dopo una prima parentesi con una band ne ho messa in piedi una nuova. Siamo quasi tutti coetanei. C'è il batterista Maurizio Saccà , il chitarrista Pietro Gambadauro, la tastierista Giuliana Viola, e il bassista Rosario Oliva. «Anche il nostro nome – chiosa Carolina – è simpatico e con ironia celebra le nostre peculiarità e le reciproche differenze e in generale ci piace portare una ventata di freschezza nella nostra Messina e speriamo di riuscirci ad ogni esibizione a contatto con il pubblico che regala adrenalina pura».
I sogni
E i sogni sono davvero tanti: «Mi piacerebbe continuare a cantare, perché no partecipare a qualche talent. Ma il sogno ad occhi aperti che coltivo studiando lingue è quello di lavorare per l'Ambasciata per aiutare i bambini che hanno vissuto quello che ho vissuto io e a volte purtroppo un inferno assai peggiore. Lo stesso che abbiamo trovato io e le mie sorelle avendo la fortuna di restare insieme, unite, a coltivare i nostri desideri. Perché ammetto che perderle rappresentava per me la paura più grande».
Messina la sua "casa"
La giovane ammette di aver trovato una città accogliente che chiama semplicemente «casa». Un luogo dove vorrà tornare sempre. «I miei coetanei vanno via e ripetono stancamente che manca tutto. Io credo invece che tornerò sempre qui: a mirare quel paradiso che mi ha accolto poco più che bambina con un amore smisurato ». E la lezione che insegna a tutti è quella della gratitudine. Un sentimento di cui dobbiamo riappropriarci.
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