Messina

Domenica 24 Novembre 2024

Trovare il bene anche nell’oscurità. L'eredità di Viktor Frankl al centro di un incontro all’Ateneo di Messina

Non dimenticare l’orrore dei campi di concentramento, le vittime che non tornarono più e i sopravvissuti che da quella prigionia uscirono profondamenti segnati. Uno di essi era Viktor E. Frankl, neurologo, psichiatra e filosofo austriaco che raccontò quegli anni terribili nel libro “Uno psicologo nei lager”. L’esperienza vissuta da Frankl fu fondamentale per l’elaborazione del metodo della Logoterapia. Un testo che gli studenti del liceo classico La Farina hanno letto, esaminato e raccontato attraverso riflessioni, interviste impossibili, considerazioni e domande in occasione del Giorno della Memoria, nell’incontro che si è tenuto nell’aula magna del Rettorato all’Università. “Guarire la memoria: Viktor E.Frankl “Uno psicologo nei lager” il tema dell’evento che è stato aperto da Maria Grazia Sindoni, ordinaria di Linguistica inglese, prorettrice ai Percorsi interculturali e plurilinguismo che nella sua analisi ha sottolineato l’importanza di mantenere viva la memoria su quanto accaduto nei campi di sterminio. La contrapposizione tra luci e tenebre è stato invece il filo conduttore dell’intervento di Giuseppe Bottaro, ordinario di Storia delle Dottrine politiche dell’Università che, attraverso citazioni di filosofi classici e immagini di quadri famosi, ha contrapposto le tenebre dei totalitarismo alla luce, alla trasparenza dei regimi democratici e della repubblica. «Frankl – ha detto – visse tre anni nei campi di concentramento, ha cercato di trovare il bene in ogni essere umano, in una situazione estrema di perdita di libertà ha trovato un barlume di libertà che è quella interiore». I sentimenti, i sogni ed i pensieri delle persone nei campi di concentramento e di sterminio sono stati al centro delle riflessioni di Roberta Cardia, psicoanalista. «Colpisce – ha detto – come quest’uomo sia riuscito a resistere a tutto quello che ha vissuto, probabilmente aveva avuto quelle che si definiscono buone relazioni primarie, le sue colonne per resistere». Sulla capacità di sopravvivere ai campi di sterminio e sul senso della vita in quelle condizioni si è soffermata anche Antonella Filloramo, docente di Filosofia del liceo classico La Farina. L’incontro è stato coordinato da Giovanna Costanzo, associata di Filosofia morale dell’Università che nella sua articolata riflessione sul libro ha ricordato l’importanza di mantenere viva la memoria sulla Shoah perché «grazie alla memoria è importante riflettere e ricucire ferite come segno di una futura rinascita». L’incontro è stato concluso con la lettura degli elaborati degli studenti del “La Farina”. Intanto, stasera, alle 19, alla Basilica di Sant’Antonio, si terrà il concerto “Dal filo spinato al velo. Io, donna sempre e comunque”, per commemorare le vittime dell’olocausto. A esibirsi le cantanti Paola Miraglia e Katia Bevacqua, accompagnate al pianoforte da Fabio Catalano e al violino da Francesco Tusa. Il concerto chiude il cartellone d’iniziative per l’Ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani promosso dall’Ufficio diocesano per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso. E ieri, in occasione della ricorrenza internazionale che viene celebrata il 27 gennaio di ogni anno, la Fidapa Messina Capo Peloro e la Fidapa Messina hanno consegnato al sindaco Federico Basile una targa per commemorare le vittime dell'Olocausto. Oggi le bandiere di Palazzo Zanca sventoleranno a mezz'asta. «È un dovere morale delle Istituzioni e della collettività – sottolinea Basile – non dimenticare mai quanto accaduto nei campi nazisti al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani. Il ricordo deve essere sempre vivo nelle nostre menti, affinché una simile violenza non colpisca più l'umanità». All'incontro hanno preso parte l'assessore alle Politiche culturali Enzo Caruso, le due presidenti, Annamaria Argento ed Emanuela De Pasquale, e studenti del liceo Empedocle di Messina, accompagnati dalla prof.ssa Manuela Trimarchi.

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