Fabrizio Villari Moroni, da Messina a Casa Lagerfeld: studio, coraggio e una grande passione
Da Messina al mondo Karl Lagerfeld il salto racchiude studio, amore e passione. Fabrizio Villari Moroni, “content creator”, classe 2000, sorride pensando ai passi fatti e con umiltà dice: «La strada da fare è tanta ma sono pronto a dare sempre il massimo». Anche se la sua storia richiama alla memoria il celebre film “Il diavolo veste Prada”. Partire? Era nei suoi piani perché voleva seguire la strada tracciata dalla sorella Marzia anche se pensava che i suoi orizzonti si sarebbero fermati in Italia.
Gli studi
Ma riavvolgiamo il nastro dall'inizio. «Da bambino sognavo di fare il ballerino. E ogni volta che torno a casa – racconta Fabrizio – vado a trovare i miei compagni, ma non mi pento dell’inversione di rotta. Dopo la maturità classica sono partito per Milano per frequentare la triennale in Relazioni pubbliche e comunicazione di impresa alla Iulm. E già qui è germogliata l'idea di scoprire altro. Il secondo anno ho fatto l'Erasmus a Parigi in una scuola di comunicazione, alla Iscom. Mi si è aperto un mondo meraviglioso e sono stato letteralmente rapito dalla cultura e dalla cucina francese. Ma soprattutto ho potuto assimilare una lingua, anzi due, considerando che parlavo anche inglese. Appena tornato nel marzo del 2020 è scoppiato il Covid e ho finito il terzo anno a Milano in zona rossa. La laurea sudata a luglio 2021». La Francia restava nel cuore del giovane ma ha deciso di continuare il suo percorso formativo in un luogo anglofono. «Ho fatto la magistrale in Danimarca e frequentato a Copenaghen una delle più rinomate “business School”. Un periodo bello denso, un tempo magico, e ho sfruttato questa bella parentesi per fare un “Erasmus” di 6 mesi a New York al “Baruch College” di Manatthan. Esperienza davvero super stimolante in cui ho potuto sentire le vibrazioni del continente a stelle e strisce respirando la multiculturalità. E lo zaino si riempiva frettolosamente per visitare nuovi posti: Florida, Nevada, Arizona e Ohio. Archiviata l'esperienza formativa di Copenaghen sono rientrato in quella che considero la mia seconda casa: Parigi».
I social
Un anno fa, il nostro concittadino ha cominciato a postare video e contenuti su TikTok in francese che sono diventati letteralmente virali: «Postavo dalla Danimarca anche se tutti erano convinti che stessi in Francia e ho cominciato ad essere seguito da tantissimi francesi e mi sono detto che questo poteva rappresentare il pretesto perfetto per rincorrere il mio sogno parigino. E così a settembre ho dato gambe ai miei sogni». La scommessa? Già vinta per il talento messinese che ha 160 mila seguaci su TikTok e piu di 70 mila su Instagram e che è perfino finito sulla stampa perché un giorno mentre si trovava a Montmartre si è registrato uno spiacevole evento. Un gruppo di uomini che importunano tutti i turisti lo ha accerchiato mettendogli un braccialetto al polso. Ti costringono a pagare o ti derubano. «Quel giorno – ricorda – sono riuscito a scappare e poi ho documentato tutti attraverso i miei canali. Mi hanno scritto tantissimi giornali ma sicuramente il “Daily Mail” è quello più rinomato». E sull'esperienza nella famosa Casa di moda si accende di adrenalina: «Inizierò lo stage il 22 gennaio e sperò che andrà tutto bene. Mi occuperò di “digital marketing” e sarò un supporto per curare la comunicazione digitale».
Il futuro
Fabrizio ha tanti sogni nel cassetto, uno fra tutti vivere a Parigi e comprare casa all'ultimo piano, unire nel lavoro media e moda, mentre sullo sfondo appaiono tutti coloro che lo stanno aiutando a camminare lontano, Nonna Italia, papà Angelo, la sorella che ha aperto la strada del viaggio e soprattutto chi lo ha messo al mondo che gli ha insegnato il valore delle ali e del credere, mamma Gisella: «Tutto quello che sogno di fare lo devo fare il prima possibile. Il terrore a volte blocca. Ma non devo permettere alla paura di frenare l'azione. Mamma mi ha regalato un braccialetto che riassume tutto ciò: "Lascia sempre che la tua fede sia più grande della tua paura". Non me lo sono mai tolto e vivo in base a questo motto e oggi le dico" grazie" perché mi ha accompagnato ovunque. Sempre».