Teniamocela stretta, questa città. Non sarà mai la prima nelle classifiche della qualità della vita, quei posti resteranno per sempre ipotecati dalle città del Centro-Nord. Non sarà mai bellissima come la si vorrebbe. A volte, anzi, è l’esatto contrario, quando appare triste e svogliata, dimessa, abbandonata dai suoi stessi abitanti, da chi dice di amarla e poi non fa altro che detestarla. Ma è la nostra Messina, quella che oggi, vestita a festa per il Natale, appare nella sua immagine migliore. Ah, se fosse sempre così...
È vero, si stanno investendo molti soldi e, come sempre, il giudizio dipende dal punto di vista di chi osserva e giudica. Per chi considera “effimero” dedicare tempo e attenzione agli eventi e agli interventi di arredo e decoro urbano, e ritiene che bisognerebbe fare ben altro in una città dove il numero delle persone povere è salito a cifre impressionanti (29mila su una popolazione ormai inferiore ai 220mila), tutto questo è solo “oppio per il popolo”, “panem et circenses”. Per chi, invece, ritiene che forma e sostanza coincidano, che senza eventi e senza un’immagine fiera e orgogliosa di se stessi la stessa economia va sempre più deprimendosi e non c’è via d’uscita (mentre si continua a parlare del nulla cosmico, di cordoli o non cordoli...), allora questo Natale 2023 è un altro passo avanti per invertire il trend. Per far tornare i messinesi ad affezionarsi alla propria città. Per attrarre turisti e visitatori che, poi, possano decidere di trascorrere qui, in riva allo Stretto, anche le vacanze invernali, oltre a quelle estive.
Ma al di là dei punti di vista differenti – ci mancherebbe che non ci fossero, il confronto-scontro è il sale di ogni democrazia, se tutti fossero d’accordo con tutti probabilmente saremmo nel Paese di Orwell –, un segnale chiaro arriva dalle nostre piazze: Cairoli, Duomo, Unione europea, Lo Sardo-del Popolo. Guardate quanto possono essere belle quando vengono amate e valorizzate.
E pensiamo anche allo spazio davanti al Teatro, al mercatino natalizio di via Laudamo: non ha nulla da invidiare a quelli ben più reclamizzati del Nord Italia e del resto d’Europa. Ma la vera novità è che anche le periferie, per una volta, non sono state dimenticate. Non tutte, purtroppo. Ma in tanti villaggi e quartieri si sta cercando di creare, anche grazie al ruolo prezioso delle istituzioni decentrate, dei presidenti e consiglieri delle sei Municipalità, la stessa atmosfera che si respira in centro.
Tutto questo finirà quando l’Epifania tutte le feste spazzerà via? Ci auguriamo di no. L’Amministrazione comunale – che ha creato un’importante rete di sinergie, e di questo le va dato atto –, proprio con la programmazione di questo Natale 2023, si è assunta anche un’ulteriore responsabilità: fare in modo che la bellezza di questi addobbi legati alle festività di fine anno non venga sprecata in tutti gli altri mesi. La stessa attenzione profusa per realizzare le aiuole, le fontane e i laghetti di fronte al Municipio, deve essere profusa in tutti gli atti.
In diversi casi, lo si sta facendo (pensiamo a quanto fatto a piazza Cairoli, a prescindere dal Natale, con la trasformazione dell’orrendo slargo viario, lato monte, in una vera isola pedonale), in altri non si può giudicare per via dei tanti cantieri in corso, in qualche caso, però, bisogna ammettere che la “toppa” è peggiore del “buco”. Sono proprio quei casi in cui bisogna avere l’umiltà di ascoltare gli umori e le istanze della gente, le persone in carne e ossa (più che i “social” e le piazze virtuali), per capire come muoversi, al limite anche come far marcia indietro e ripartire.
Teniamocela stretta, questa città. Facciamo in modo che chi è andato via, anche se non subito, ma in qualche modo abbia le possibilità di fare ritorno e di costruire qui il proprio futuro, e quello della comunità. Accogliamo chi viene da fuori e che può portare una ventata di novità a un tessuto socio-economico ripiegato su se stesso ormai da decenni. Mettiamo un mattone dopo l’altro, per cominciare a invertire il corso di un destino che sembra ineluttabile, quello dello spopolamento e dell’immiserimento. E non solo per risalire le classifiche, ma per tornare a essere orgogliosi di Messina, delle proprie radici, del proprio futuro.
Il video è prodotto da Air Cinematic
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