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Luigi Grey Benassai, il “mimo di Firenze” ha il cuore messinese

La passione artistica, la scelta di vita. Nelle bellissime piazze del capoluogo toscano ormai è una figura quasi mitica

Tutti lo conoscono come il mimo di Firenze, artista di strada che da oltre vent’anni con la faccia da clown porta leggerezza e allegria sorprendendo e divertendo turisti e passanti. Il suo palcoscenico sono le meravigliose piazze fiorentine, l’obiettivo è strappare sorrisi. Luigi Grey Benassai, però, ha cuore e radici messinesi. È uno dei tanti giovani che alla fine degli anni Novanta, dopo varie esperienze nei villaggi turistici come animatore e in radio come dj, ha messo in valigia sogni e progetti per trasferirsi a Roma dove ha frequentato il Conservatorio teatrale che gli ha aperto le porte del mondo magico del mimo. La scintilla con il teatro si era accesa anni prima, nel 1996 quando un amico lo invitò a seguire un corso di avviamento alla recitazione all’Istituto Don Bosco con una compagnia di Riposto, una zona che poi tornerà nella sua vita. Esibendosi davanti ai turisti dei villaggi si rende conto di avere una grande espressività e una mimica facciale naturale. Da qui la decisione di frequentare la scuola di teatro a Roma, le prime esperienze a Cinecittà con produzioni nazionali e internazionali.


Il mondo magico del mimo è come una calamita: «Studiavo gli artisti di strada di Piazza Navona, mi affascinava tantissimo, ho pensato lo faccio anche io. Anni fa mi sono esibito anche a Messina in occasione di eventi organizzati dall’amministrazione comunale dell’epoca», ricorda Luigi. La valigia, però, era sempre pronta così come la fame di conoscere culture diverse. «Chi fa questo tipo di scelte – spiega – ha bisogno di partire dal luogo di origine, deve auto-costruirsi e capire quando cambiare direzione». Una vacanza a Firenze è stata la nuova folgorazione, la città e la realtà multiculturale, lo ha conquistato e convinto a trasferirsi lì. Era il 2003, l’anno della guerra in Iraq, in tv scorrevano le immagini dei bombardamenti. «All’epoca chi si esibiva come mimo faceva la statua vivente, impersonavo un morto che si rianimava al cadere della monetina nel cappello. Poi ho pensato di portare positività, di far ridere le persone. Iniziai a fare gli spettacoli seguendo i passanti, facendo scherzi, giochi, interazioni. In tantissimi si fermavano, si paralizzava la piazza, un successo clamoroso che mi ha portato ad avere riconoscimenti anche a livello internazionale». Da qui altre esperienze come clown ospedaliero, i workshop a New York per insegnare mimo e espressione corporea, gli spettacoli in giro per il mondo. Adesso Luigi torna a Messina in occasione della presentazione del suo libro: “Un mimo a Firenze. Luigi Benassai e il suo teatro di strada”, Masso delle Fate editore, prevista oggi, alle 18, alla libreria Feltrinelli Point. A dialogare con l’autore due ex ragazzi della radio che frequentava, Lilla Anagni e Antonio Baglio. Sarà anche l’occasione per assistere ad una performance dal vivo di Luigi che nel volume racconta la sua fantastica avventura artistica. «Il libro – spiega – ha la prefazione di Guido Guidi Guerrera, di origini messinesi, biografo ufficiale di Franco Battiato. È nato su suggerimento di un amico guardando le mie foto. È un catalogo d’arte con contenuti letterari di personalità della cultura, attraverso foto e dipinti racconta il mio spettacolo e contiene anche informazioni utili per chi è appassionato di teatro e mimo». Intanto, in cantiere c’è un docufilm della regista americana Tara Vessali, in uscita il prossimo anno a New York e Firenze, un’opera che sogna di portare un giorno anche nella sua Messina.

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