Chi è cresciuto a Giostra sa che serve una vera alternativa alla strada. Per ridisegnare angoli di cielo nuovi sopra le casette arrangiate e il brutto che spesso fa da padrone. E da marzo l’oratorio salesiano di San Matteo si è trasformato in un polo sportivo. Un’oasi felice per grandi e piccini costruita da chi si è speso per il bene del quartiere e non si è arreso al più volte gridato “tanto è cosi”. Che spegne il verbo “fare”.
E con il progetto gratuito “Sport di Tutti-Quartieri”, ideato dall'ex direttore dell'Oratorio don Domenico Muscherà, da Donatella Inferrera e da Marika Santoro, promosso e finanziato dal Dipartimento per lo Sport del Consiglio dei ministri e da “Sport e Salute”, si sono animate mille attività sportive e non solo.
L’obiettivo principale? L’inclusione sociale. E un’attenzione particolare è rivolta alle categorie vulnerabili, con i minori a rischio di dispersione scolastica al centro del progetto. E tutte le attività possono contare sul supporto di figure specializzate. Per promuovere corretti stili di vita sono stati offerti a utenti e famiglie una serie d’incontri gratuiti con il nutrizionista Giuseppe Pullia. E il calendario sportivo è ricchissimo. Il lunedì e il mercoledì pomeriggio spazio al fitwalking, aperto a donne e uomini, senza limiti d’età, con l’istruttrice Alessia Liga. Martedì e giovedì pomeriggio attività motoria di base e calcio fino ai 16 anni con il mister Maurizio Granata. Per femmine e maschi.
Sempre il martedì e il giovedì pomeriggio c’è il pilates, con l’istruttrice Carmen Frasca. Sabato e domenica il basket, fino ai 16 anni, per femmine e maschi, con l’istruttore Lillo Caroè, che tra quei canestri ci è nato e cresciuto.
E il sabato mattina spazio alla ginnastica artistica, con l’istruttrice Patrizia Costa, per tutte le bambine under 16. La domenica mattina attività sportiva con i diversamente abili, con l’istruttrice Loredana Garufi.
E il cortile dell’oratorio di San Matteo, così, si trasforma in un vero e proprio centro sportivo, olimpico e paralimpico. Il calendario del martedì e del giovedì incuriosisce, con le donne vittime di violenza che imparano anche a difendersi mentre si destreggiano tra tecniche del karate, regole e disciplina. «Mio papà – racconta il maestro Domenico Pullia –, ancor prima delle arti marziali, mi ha insegnato che siamo tutti speciali, ma al tempo stesso diversi. E che dobbiamo aiutarci l’uno con l’altro. Ero piccolo, ma ricordo come se fosse ieri il giorno in cui papà accolse in palestra alcuni venditori ambulanti per farli allenare, comprando per loro i karategi. E mi si è aperto un mondo che mi ha influenzato facendomi abbracciare i quartieri a rischio». In piena estate ogni giorno il centro estivo ha regalato gioia a 244 bambini. E tanti sono gli animatori cresciuti a Giostra, tra cui Marika Tusa, che ha 22 anni: «Grazie a questo progetto – spiega Marika – i ragazzi hanno avuto la possibilità di mettersi in gioco. Giostra è sempre stata una zona nota per sparatorie, spaccio e mafia. Vivere e crescere a Giostra significa affrontare tutti i giorni delle scelte, a scuola, per strada o in oratorio. E significa sentirsi sempre etichettati da chi, in realtà, non conosce l’altra faccia della medaglia. E cioè che il nostro quartiere è anche un luogo in cui è possibile avere dei sogni, delle ambizioni e diventare qualcuno che possa, nel suo piccolo, migliorare le cose».
Filippo De Luca, classe 2003, è uno dei più giovani. Si è diplomato al “Majorana” e studia scienze motorie: «Frequento l'oratorio da quando avevo 7 anni – dice – E l’ho frequentato a fasi alterne. A un certo punto, infatti, mi sono allontanato. Avevo scelto la strada, sbagliando. Fino a quando Don Domenico Muscherà mi ha ripreso e grazie a lui sono rientrato sui binari giusti. E adesso sogno di laurearmi e di realizzarmi nel mondo dello sport».
Tra i “ragazzi” di Filippo, c’è il tredicenne Emanuel Cuccu, che il prossimo ottobre compirà 14 anni. Emanuel, grazie al progetto “Sport di Tutti”, si diverte tirando calci a un pallone: «Un progetto molto importante – dice – soprattutto per noi, che siamo nati e cresciuti qui, perché possiamo socializzare e fare sport. Cosa mi ha insegnato Filippo? Il rispetto delle regole». E soddisfatta è anche la nuova guida spirituale: «Lo sport è fondamentale. Soprattutto, in questo caso, in un oratorio salesiano – ha detto il direttore dell’oratorio, Don Gabriele Cardaciotto – Don Bosco, ad esempio, usava proprio lo sport e i suoi valori per educare i giovani. E per aiutarli a inserirsi nella comunità. In uno sport di squadra, ad esempio, ognuno ha un ruolo, un talento e delle potenzialità, che deve mettere al servizio della squadra. La cosa più importante? Educare i giovani ad accettare le sconfitte. Non bisogna giocare per vincere, ma per scoprire sé stessi. E dalle sconfitte bisogna imparare a crescere».
E sul binomio “Fede e Sport” don Gabriele non ha dubbi: lo sport, come diceva Don Bosco, ha la capacità di elevarti. E a guardare i ragazzi, tanti sono i talenti che spiccano e che hanno popolato anche il centro estivo: c’è Elia, di 9 anni, che si è voluto fare promotore di un corso di storia. O Jasmine, anche lei di 9 anni, che sogna di diventare una giornalista. E ancora Mirko, di 11 anni, che studia pianoforte. Anche la musica, con la sua bellezza, cambia il volto di un quartiere che grida riscatto.
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