Messina, la rievocazione dello sbarco miracoloso: ripercorso il viaggio del quadro della Madonna delle Grazie
È giunto dal mare, su un’imbarcazione illuminata a festa in una suggestiva serata di fine agosto, accolto sulla spiaggia di Grotte da bambini con le fiaccole accese e adulti con i fazzoletti bianchi sventolanti fra canti e preghiere: la prima rievocazione storica dell’arrivo del quadro della Madonna delle Grazie a Grotte è stata un evento particolarmente suggestivo, che ha unito fede e memoria grata. Risale al periodo fra l’ottavo e il nono secolo la devozione a Maria da parte degli abitanti della riviera di Pace, quando una moltitudine di monaci bizantini fuggì dall’Oriente per sottrarsi alle persecuzioni dell’imperatore, che aveva ordinato si distruggessero tutte le icone e le sacre immagini. Secondo la tradizione, un vascello incagliato nelle acque trattenuto dalle correnti, non riusciva a raggiungere punta Faro trattenuto dalle correnti. Il comandante si ricordò di avere nella stiva un dipinto mariano e pensò fosse volontà della Vergine sostare in quel luogo, affinché la popolazione della riviera ne avviasse il culto. Avvistata una grotta naturale dinanzi alla costa, vi fece collocare l’icona. Il titolo di Madonna della Grotta fu scelto dai pescatori che, sostando in preghiera per ricevere grazie, le eressero un altare con una lampada votiva, trasformando la grotta in sacrario. Successivamente la devozione alla gloriosa Vergine si estese in tutta la riviera raggiungendo la Calabria e agli inizi del ‘500, un tale frate predicatore Paolo Poeta fece erigere una chiesetta con l’aiuto di devoti e pescatori, accrescendone ancor più la devozione. È stato il parroco don Francesco Venuti a voler condividere questa iniziativa, con la sua comunità parrocchiale «perché il ricordo - ha detto - diventi ancora di salvezza dai travagli della vita». Leggi l'articolo completo sull'edizione cartacea di Gazzetta del Sud - Messina