«Nell'epoca più colpita dal cambiamento climatico abbiamo bisogno di giovani “green workers” che contribuiscano con il proprio lavoro a costruire un futuro possibile e quindi sostenibile ». Parole e musica del messinese Marco Gervasi, classe 1996, economista energetico, convinto che questo futuro si possa generare partendo dal settore della formazione, di cui il progetto “Green Jobs Tree”, presentato su Rai Uno durante la trasmissione “Noos” di Alberto Angela, fa parte.
Ma facciamo un passo indietro per capire i passi del nostro concittadino. «Il mio percorso accademico – racconta Marco – inizia all'Università di Messina studiando Economia e Management d’impresa. E durante gli anni universitari, tra l’associazionismo e l’impegno nelle attività di pulizia delle spiagge, mi sono molto concentrato su tutte le materie a scelta che potevano essere connesse alla sostenibilità».
Subito dopo il volo per Londra e una indimenticabile esperienza con una start-up. Il giovane si è occupato di sviluppare progetti energetici in Africa e dare di fatto nuova vita a un gruppo di persone. Immagine che custodisce nel cuore? «Quando in Mauritania si è collegata per la prima volta la nostra centrale all'illuminazione stradale del villaggio. Quella notte, per la prima volta a Nimjat, la giornata di centinaia di persone ha potuto continuare anche oltre il tramonto...». Marco è rientrato in patria e ha ripreso in mano i libri: «Avevo la necessità di continuare a studiare e soprattutto di certificare quelle competenze apprese sul campo, per questo decisi di candidarmi all’International Master of Science dell’Università degli studi di Bologna in “Resource Economics and sustainable development”, dove materie tecniche e economiche hanno sancito un tassello fondamentale nella mia formazione. L’esperienza in Italia ma in un contesto totalmente internazionale con colleghi e professori provenienti da tutto il mondo, hanno fatto sì che il percorso formativo fosse anche culturalmente stimolante e avvincente». Marco ha lavorato successivamente per una delle più grandi società di stato impegnate nella transizione energetica, occupandosi di sviluppare progetti con l’idrogeno verde cogliendo la grande sfida della decarbonizzazione del nostro Paese: «Il mio però è – sottolinea – un impegno a 360 gradi. Recentemente sono stato nominato “italian delegate” per l’iniziativa “I-Act toolkit” portata avanti dal ministero agli Affari esteri e l’Agenzia internazionale dell’energia rinnovabile-Irena, che mi vede protagonista nella divulgazione e formazione su temi del cambiamento climatico e energetici. Inoltre mi occupo di coordinare il team della “European Youth Energy Network” per la nostra missione a “Cop28” a Dubai in cui faremo diverse attività di “advocacy” per clima, energia e per far sì che i giovani abbiamo accesso a linee guida chiare sul mondo del lavoro dei cosiddetti “Renewable Energy Jobs”». E storia recente, anche televisiva, è il piano che coltiva da due anni: «Con la vecchia associazione “Planed” il sogno del team era quello di sviluppare un'idea che consentisse di dare valore tangibile ai propri coetanei. Oggi questa visione si ripropone, diventando una vera e propria missione: guidare gli under-30 verso un futuro in cui ogni lavoratore si chieda come può avere effettivamente un impatto, creando di fatto una comunità di “green workers” in Italia ed in tutta Europa».
Come postilla, Marco lancia un augurio per la sua città: «Sogno una Messina con una mobilità sostenibile spiccata, con meno automobili e più piste ciclabili, più verde e più accessi al mare. Una città dove si produca energia elettrica dalla forza del mare. Sogno una Messina come “hub” della formazione climatica, dove l’Università si faccia promotrice di modelli di apprendimento applicati e formi nuove leve “green”».
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