Messina

Lunedì 25 Novembre 2024

Messina, in tanti alla processione di San Camillo per le strade limitrofe alla chiesa parrocchiale di viale Principe Umberto

 
 
 
 
 
 
 

“I poveri e gli infermi ci faranno toccare il cielo di Dio con un dito”: una massima che sintetizza la vocazione di S. Camillo De Lellis, patrono degli ammalati e della sanità militare e compatrono di Messina che in città ha lasciato, con la congregazione da lui fondata, un segno tangibile di carità e prossimità. Da soldato di ventura a mendicante: la sua è una storia di santità acquisita nel tempo e culminata nella scelta di dedicare la propria vita agli ammalati istituendo la comunità dei Ministri degli infermi. La comunità messinese da lui fondata lo ha festeggiato accompagnando il simulacro - sostenuto a spalla dal gruppo dei portatori guidato da Franco Forami e Pierpaolo La Spina -  per le strade limitrofe alla chiesa parrocchiale di viale Principe Umberto. La processione, animata dalla banda “Giuseppe Verdi” di Bordonaro, è stata preceduta dalla solenne celebrazione presieduta dal vicario foraneo di Messina centro e nord don Marco D’Arrigo, il quale nel sottolineare l’attualità della vocazione di S. Camillo, ha ribadito che “la salute è un diritto di tutti e che la cura degli ammalati è soprattutto cura della loro sofferenza interiore con grande compassione e spirito di carità”; il sacerdote ha pregato affinchè “la gestione della sanità italiana non sia appannaggio dei benestanti e di chi non ha a cuore il benessere della comunità”. Al termine della messa, concelebrata dal superiore provinciale fratel Carlo Mangione e dal vicario parrocchiale padre Hubert Goudjinou, alla presenza di autorità civili, dei membri del Centro interconfraternale diocesano e dell’arciconfraternita “Madonna della Salute di S. Camillo” guidata da Alessandro Zirilli, animata dai cori riuniti della parrocchia, l’assessora Liana Cannata ha dato lettura del Decreto con il quale nel 1755 il Senato messinese elesse San Camillo compatrono di Messina. Il legame fra il santo degli infermi e la città dello Stretto si è particolarmente rinsaldato con l’erezione a parrocchia nel 1965 dell’attuale chiesa, inaugurata nel 1932 accanto all’omonima casa di cura. Qui sono custodite diverse reliquie tra cui il cuore del santo (all’interno di un prezioso reliquiario d’argento della scuola di Filippo Juvara) con il cuscino sul quale fu esposto appena espiantato con alcune macchie ematiche, le bende con cui gli fu fasciata una ferita al piede, parti dei calzoni e lo sperone.

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