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Antonella Rigano, la messinese che è riuscita a portare una finale di Blind Tennis al PalaMili

Antonella Rigano ha 47 anni, ma si sente un'adolescente, è una forza della natura e la sua tenacia, unita alla determinazione dei suoi “compagni di viaggio” l'ha portata, dopo meno di una ventina di allenamenti, non solo a partecipare a una finale nazionale di Blind Tennis, ma a far sì che si svolgesse a Messina.

“Il fallimento è solo il primo passo per riuscire e io... Gioco per vincere!”. Antonella Rigano ha 47 anni, ma si sente un'adolescente, è una forza della natura e la sua tenacia, unita alla determinazione dei suoi “compagni di viaggio” l'ha portata, dopo meno di una ventina di allenamenti, non solo a partecipare a una finale nazionale di Blind Tennis, ma a far sì che si svolgesse a Messina.

“Sono una ragazza di 47 anni – racconta – e dico ragazza per tenermi bassa, perché altrimenti avrei detto direttamente adolescente, malgrado la mia età anagrafica, mi sento ancora pimpantissima e piena di vitalità, e con un mondo nuovo da scoprire, e non lo dico tanto per dire, perchè all’età di 39 anni, la mia vita è drasticamente cambiata...”.

La disabilità la viveva già con suo figlio che, a causa di una sofferenza fetale, è nato con un ritardo psicomotorio e una grave ipoacusia bilaterale. Antonella pensa spesso che la sua vita e quella del suo bambino dovrebbero essere raccontate in una serie tv, per evitare ad altri di commettere errori e soffrire. "A volte - spiega - le vere malattie non sono quelle che purtroppo ci capitano ma quelle che ci procuriamo nell’andare incontro a degli eccessi o abusi che ci portano a delle dipendenze. Ha dovuto combattere contro un destino che, in più occasioni, l'ha portata vicina alla morte, fino a quando, nel 2017, dopo un trapianto multiviscerale, ha contratto il citomegalovirus, che ha colpito i suoi occhi, portandola alla cecità assoluta.

“ In quel momento – racconta ancora - ho deciso che se mi era stata data la possibilità di una seconda vita la dovevo vivere al meglio, cercando di dare il massimo per me stessa e per gli altri. Vivendo la disabilità mi sono resa conto che chi è diverso viene spesso visto come un mostro perchè il canone ideale è: alto, bello, biondo e occhi azzurri, fisico da sballo e possibilmente anche intelligente... Invece, la disabilità può colpire chiunque, in qualsiasi momento della vita, proprio come è successo a me. E quindi da qualche tempo ho un solo obiettivo: continuare a lottare e dare l’esempio. Non soltanto per me stessa, ma per mio figlio e per tutte quelle famiglie che si nascondono, senza vivere”.

Ancor prima di perdere la vista, Antonella, che ha sempre fatto sport, aveva l’ansia da competizione, la paura di non farcela e oggi, queste sensazioni si sono raddoppiate, ma la sua voglia di vincere si è quadruplicata.

A causa della malattia, durante una visita a Bologna, si è imbattuta nel Blind Tennis, innamorandosene perdutamente. Si tratta di un tennis adattato alle persone con disabilità visiva, si gioca con una racchetta di mini tennis, con una rete alta 83 centimetri, la pallina è di spugna con sonagli dentro, le regole sono essenzialmente quelle del tennis, eccezion fatta per i campi più piccoli con le righe costituite da corde ricoperte di nastro adesivo, un maggior numero di rimbalzi consentiti e la convenzione che i giocatori dicano “Ready?” e “Yes” prima di iniziare a giocare.

“Non è affatto facile come si pensa – spiega Antonella - soprattutto perché inseguire una palla al buio ti fa sembrare anche un po’ sciocca, ma la sensazione di quando riesci a prendere la palla è magnifica. In quel momento ti sembra di poter vincere qualsiasi guerra, perché parliamoci chiaro, dal momento in cui metti piede in campo, è una battaglia continua, con te stessa, con la tua avversaria, e con il pubblico che ti circonda”.

Il Blind Tennis è arrivato in Italia nel 2013, nel 2015 l’Emilia Romagna, e in particolare la Virtus Tennis Bologna, è diventata il centro di riferimento per l’attività, soltanto nel 2019 è stato riconosciuto dalla FISPIC – Federazione Italiana Sport Ipovedenti e Ciechi e nel 2020 a Tokyo ha fatto il suo esordio ai giochi paralimpici ma solo come sport sperimentale.

Antonella ha voluto assolutamente portare questa disciplina a Messina e grazie all’aiuto del consigliere federale FISPIC Santino Di Gregorio, all’interesse del delegato regionale Alessandro Carfì e al coinvolgimento del presidente dell’ASD Aurora Claudio Baluce, a settembre 2022 è stato proposto un open day all’istituto “Verona Trento” di Messina per far conoscere il Blind Tennis a quante più persone possibile.

La manifestazione ha avuto un ottimo riscontro, tanto che a dicembre è stato organizzato un corso di formazione per tecnici di Blind Tennis a Messina. Fra gli istruttori FIT che hanno partecipato c'è stato anche il maestro di Antonella, Cosimo Siracusano, tecnico nazionale Federazione Italiana Tennis 4° livello europeo Coni, grazie al quale è stata formata una squadra di quattro atleti messinesi ma, soltanto Antonella, con alle spalle soltanto un paio di allenamenti, ha partecipato alla prima giornata di campionato nazionale che si è tenuta lo scorso gennaio ad Udine, conquistando il quarto posto e nella tappa successiva, ad Ascoli Piceno, è arrivata addirittura seconda. Ma non le è bastato. Dal momento che proprio a Messina è nata la prima squadra di Blind Tennis di tutto il Meridione, Antonella è riuscita ad ottenere che la finale della terza giornata di campionato sia svolta proprio nella sua città con appuntamento al PalaMili il 10 e l'11 giugno.

Ma gli orizzonti di Antonella non finiscono qua e, subito dopo questa finale, continuerà a lottare per quello che è diventato il suo sogno più grande: creare una struttura ricreativa e ricettiva con l’abbattimento delle barriere architettoniche, aperta al turismo accessibile e a tutte le persone disabili sensoriali, motorie e intellettive. Una sorta di centro di informazione e rieducazione anche per le famiglie che si ritrovano ad affrontare a volte delle situazioni troppo grandi, un punti di ritrovo in cui i ragazzi possano socializzare e imparare divertendosi, attraverso lo sport.

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