Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Messina, gli ideatori: «Su 71 pensiline solo 5 dedicate al cibo, attacchi ingenerosi»

Parlano gli ideatori della campagna “This is Messina”, dopo le polemiche su alcune immagini apparse alle pensiline Atm

Nessuna voglia di fare polemica, nessuna intenzione di replicare con toni aspri, solo un po’ di chiarezza per amore di verità e per provare a difendere lavoro e sacrifici quotidiani. È con questo spirito che i tre ideatori della campagna che da pochi giorni è apparsa sulle pensiline Atm parlano di ciò che si è scatenato nelle ultime 48 ore. Una vera e propria bufera, soprattutto social, li ha travolti all’improvviso. Sono Ruben Bonura, Marco Alvaro e Simone Allegra, rispettivamente amministratore, direttore artistico e direttore creativo della “Morgana Factory”, l’agenzia di comunicazione che ha curato “This is Messina” e il nuovo look delle pensiline Atm, dopo essersi aggiudicati l’avviso che l’Azienda trasporti aveva bandito nel mese di marzo. Tre giorni fa sono state inaugurate le prime pensiline, realizzate al capolinea Gazzi e nel giro di poche ore le immagini che campeggiano sulle strutture hanno fatto il giro dei social, alimentando un dibattito fortissimo sulle scelte messe in campo per promuovere l’immagine della città. A finire nel mirino quelle cinque gigantografie di un arancino, un pitone, la focaccia, le braciole, una granita con la brioche. La domanda più ricorrente è stata soprattutto una: «È possibile che il brand Messina debba essere associato solo al cibo?». E giù con commenti di ogni genere, tra la satira, il sarcasmo, le battute, ma anche duri attacchi. Non è servito a molto il fatto che su tutti gli altri pannelli delle pensiline ci siano la Falce, una feluca che solca lo Stretto, il viale San Martino dall’alto, uno scorcio della Passeggiata a mare. Tanti luoghi simbolo, tante bellezze, rimaste però offuscate da quella carrellata più simile alla pubblicità di una rosticceria che ad una campagna promozionale della città. Per questo i tre ideatori hanno deciso di parlare, di spiegare.

«Ci hanno accusati di aver coperto le opere di “Street Art” che c’erano nelle pensiline del capolinea Gazzi ma ci teniamo a precisare che nessuna opera di street art sarà toccata – spiega Bonura –. Abbiamo il veto assoluto da parte di Atm e dell’Amministrazione comunale e non ci sogneremmo mai di cancellare l’arte. Non interverremo neanche su quelle pensiline che possono apparire in cattivo stato, la nostra campagna apparirà solo sui pannelli vuoti. Nessuna opera sarà coperta». Poi alcuni numeri che servono per rispondere a critiche che per i tre ragazzi suonano come ingenerose: «Al capolinea Zir – spiega ancora Bonura- sono presenti 18 fotografie e solo 5 parlano di cibo. In totale, quando il lavoro sarà completo sull’intera linea tranviaria, su 71 pannelli che realizzeremo le immagini del food resteranno comunque solo 5. Chi ha voluto far emergere che Messina è solo arancini e focaccia si è voluto limitare ad una visione molto ristretta del lavoro che stiamo facendo. Fermo restando che sono orgoglioso delle tradizioni culinarie della nostra città, siamo i primi a pensare che Messina non sia solo food», dice Bonura. La speranza adesso è di poter installare nei prossimi giorni anche le altre grafiche per dimostrare che c’è molto di più e che “This is Messina” racconterà anche di Antonello, Caravaggio, del Museo regionale, delle opere del Gran Camposanto e tanto altro ancora. Il dispiacere resta per chi non ha avuto la pazienza di vedere il lavoro completo e ha sparato a zero senza sapere cosa c’è dietro la campagna. Da creativi della comunicazione, ai tre ideatori però non è sfuggita la grande fantasia che invece si è scatenata sui social. Tanta satira e tanta ironia che li ha portati a lanciare una proposta ai cittadini. La spiega Simone Allegra, il direttore creativo: «Abbiamo visto tante immagini simpatiche associate alla nostra campagna, tanti modi divertenti di raccontare Messina. Inviateli alla nostra pagina». A creare lo slogan “This is Messina” è stato invece Marco Alvaro, che guarda con soddisfazione al risultato grafico basato sui colori della città. A chi invece si è chiesto perché in inglese, Alvaro risponde così: «È stato pensato soprattutto in chiave turistica».

Oggi in edicola

Prima pagina

Caricamento commenti

Commenta la notizia