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Anche Messina si prepara a vivere la Notte dei Santuari

La chiesa di S. Antonio a Messina

Anche Messina si prepara a vivere la Notte dei Santuari, l’iniziativa ideata dalla Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza episcopale italiana e il Collegamento nazionale dei santuari presieduto da padre Mario Magro, giunta alla quarta edizione, che coinvolge in contemporanea numerosi siti italiani. “Un meraviglioso poliedro” è il tema scelto quest’anno, in linea con la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. In sintonia con il tema prescelto, ogni santuario racconterà la sua storia di devozione e di legame con il territorio attraverso le sue peculiarità spirituali e culturali.

Nella basilica di S. Antonio dei padri rogazionisti, guidata dal rettore padre Mario Magro, la serata si   apre con “Il racconto del progetto di vita di S. Annibale Maria di Francia” a cura di padre Lucio Scalia. Quindi il primo momento musicale a cura degli artisti Francesca Morabito soprano, Francesco Tusa al violino, Nazzareno De Benedetto all’organo e Alessia Pitali all’arpa. Infine la veglia di preghiera, l’esposizione del Santissimo Sacramento con l’adorazione eucaristica e la processione interna animata dal gruppo del Rinnovamento dello Spirito “Il resto d’Israele”. Per l’occasione è stato preparato un sussidio liturgico nazionale che servirà da guida per i momenti di preghiera. Nell’introduzione il presidente padre Magro ha voluto sottolineare lo speciale “stile spirituale ed ecclesiale” dei santuari che “si delineano come veri e propri “avamposti missionari” connotati dall’accoglienza, dalla vita di preghiera e dal silenzio che ristora lo spirito, nonché dalla celebrazione del sacramento della Riconciliazione e dell’Eucarestia e dall’attenzione verso i poveri”.

“Dinanzi al bisogno di accoglienza e ascolto, di consolazione e sicurezza, di rigenerazione e purezza, di salute fisica e serenità per colmare vuoti interiori e solitudini, i santuari diventano potenti luoghi di preghiera e conversione, spazi per l’evangelizzazione e la formazione, centri per la testimonianza e la carità, luoghi della bellezza artistica e allo stesso tempo della cura della persona dove ci si sente a casa, protetti e amati con la stessa tenerezza di Dio. Per questo i santuari ci parlano di Dio e ci fanno toccare lo straordinario flusso della grazia che passa attraverso la viva testimonianza della Vergine Maria e dei Santi”, spiega padre Magro. Facendo riferimento al documento “Sanctuarium in Ecclesia” nel quale papa Francesco ricorda che “questi luoghi, nonostante la crisi di fede che investe il mondo contemporaneo, vengono percepiti come veri spazi sacri verso cui andare pellegrini per trovare un momento di sosta, di silenzio e di contemplazione nella vita spesso frenetica dei nostri giorni”, il sacerdote ribadisce che “camminare verso il santuario è già un atto di evangelizzazione, che merita essere valorizzato per il suo intenso valore pastorale. Urge - afferma padre Magro - recuperare la dimensione del sacro, gli spazi di silenzio contemplativo e orante, gli ambiti personali integrati nella dimensione comunitaria, l’annuncio evangelico attraverso le varie forme di catechesi proposte ai pellegrini, l’osservanza attenta e intelligente delle norme liturgiche nelle varie celebrazioni, la dimensione estetica e cristiana. Questo richiede migliorare i vecchi schemi, che necessitano di conversione pastorale nuova, che si immedesimi nelle tribolazioni, sofferenze, solitudini e attese della gente”.

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