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La cantante messinese Valeria Rigano, dal Clan di Celentano alla pittura

Un percorso artistico che affonda le radici alla fine degli anni Sessanta. Dal Clan di Celentano alla pittura

Dalla musica all’arte, dai palcoscenici ai colori e al pennello, la “Ragazza del Clan” che diventa pittrice. È il caso di Valeria Rigano, la cantante messinese che giovanissima fece parte del Clan di Celentano, e tra gli anni Sessanta e Settanta riuscì ad affermarsi in rassegne quali Castrocaro e il Cantagiro. «Sono cresciuta cantando le canzoni per bambini che mio padre paroliere scriveva col maestro Gravina, esibendomi nei Festival per i bambini, la Madonnina d’oro o rassegne di ballo locali», dice Rigano, che è stata moglie del noto cantante messinese Zep, e vanta esperienze anche in teatro e al cinema.

Da un decennio si dedica alla pittura, sua grande passione: «Ho sentito il bisogno di provare ad esprimermi attraverso colori e fantasia. Ho scoperto un mondo fantastico. E ho partecipato a diverse estemporanee e vinto diversi premi. I soggetti preferiti sono cielo, mare, la natura».

Nel cuore, la sua esperienza di cantante, che l’ha portata a esibirsi con i grandi della nostra musica. seguendo la passione trasmessa dal padre musicista. «Pippo Rigano era un musicista molto in voga negli anni Sessanta, e compose tante canzoni con Gravina», ricorda l’amico e attore Ciccio Di Vincenzo.

Nel 1969 la grande occasione per Valeria, a 16 anni, della Rassegna top per le “nuovi voci italiane” guidata da Ravera, il Festival di Castrocaro, con la canzone “Vorrei”, una rivisitazione dell’Adagio di Albinoni che colpì la giuria, tanto da arrivare seconda e farsi segnalare al Clan di Celentano, dove il Molleggiato riuniva cantanti affermati e nuovi talenti. “Famiglia Cristiana” definì Valeria Rigano come «una delle migliori voci».

La canzone “Ore bianche ore nere” venne trasmessa per mesi su Radio Montecarlo, e nel 1971 Valeria colse l’occasione della venuta al “Celeste” della carovana musicale di Celentano per esibirsi nello stadio di casa come “Ragazza del Clan”. Tanti i ricordi di quei giorni memorabili, sgargianti come i dipinti frutto della sua pittura.

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